In questi giorni, giustamente, si è parlato molto della vicenda rifiuti, e in particolare dell'ex cava di Carrara di Fano, evidenziando una volta di più quanto il tema dei rifiuti sia un fenomeno dai forti interessi verso il quale va mantenuto alto il livello di guardia. Smascherata la truffa ai danni della comunità, grazie alla capacità investigativa delle forze dell'ordine e precisamente del NOE dei Carabinieri, ora si attendono gli esiti del lavoro della magistratura. In questo momento la priorità è quella delle risposte, delle informazioni sulla reale situazione, sui reali pericoli per l'ambiente circostante e per la salute delle persone. Per questo gli organi preposti facciano subito tutte le verifiche necessarie e si dia la più ampia informazione ai cittadini, anche per non dare forza ad eventuali esagerazioni allarmistiche presso la popolazione. Plaudo don Piergiorgio Giorgini, parroco di San Cesario, per aver guidato con senso di responsabilità la costituzione del Comitato cittadino con il compito di mantenere alta l'attenzione e costante l'informazione onde evitare che la questione, passato il momento dell'interesse dei media, possa scemare. Il “Ridateci la vita”, scritto sulle bandiere nere esposte a Carrara di Fano, esprime anche la richiesta di impegno da parte di tutti. Al momento, le urgenze devono essere: accertamento immediato delle tipologie di rifiuti depositate e la loro tossicità; analisi delle acque (a quanto pare già partito); ripristino della cava (anche attraverso l'esecuzione in danno) con relativa bonifica; verifica delle cave già chiuse, a partire da Via Torno, per verificare se il conferimento sia avvenuto nel rispetto delle regole. Questo è quanto si aspetta la cittadinanza, e la politica, invece di praticare lo sport dello scarico delle responsabilità, che non sono mai da una sola parte (se ci sono) e sulle quali ci sarà il momento della verifica, faccia il possibile per mettere in essere tutte le azioni che accelerino le risposte attese. L'attenzione sulla ex cava di Carrara deve essere un richiamo su un altro grande problema che riguarda la vicina Cuccurano, sul quale non si può tacere: la fornace. È sotto gli occhi di tutti, non occorrerebbe neanche soffermarsi, che una struttura industriale del genere non può stare in un centro abitato. È fuori da ogni logica urbanistica e ambientale. Pertanto, va da subito aperto un tavolo per ragionare su un'eventuale delocalizzazione concordata, modificando il PRG che purtroppo nella nuova proposta ignora completamente questo problema. È anche su questo la politica deve interrogarsi e saper dare le giuste risposte con un alto senso del proprio ruolo verso la comunità. Qui la questione, a mio avviso, è molto seria, come del resto l'ex consigliere Tebaldi in più occasioni segnalò: va verificata la compatibilità tra le emissioni dei fumi e le vicine abitazioni.
Massimo Seri
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