La bèla fjola
La sala del Consiglio comunale di Pesaro era gremita, un sabato di fine novembre, dai tanti amici di Amedeo Bertùccioli: poeta dialettale (ma anche in lingua), scomparso sette mesi fa. Fra i relatori, Franco Bertini, che ha ricordato le comuni origini nel basket giovanile degli anni ‘50, il critico Fabio Serpilli, l'attore e cultore di vernacolo Carlo Pagnini. Dopo la lettura di alcune poesie, di un bellissimo Amarcord di Marcello Martinelli e del racconto “Armando” (un delicato affresco di vita contadina attraverso le vicende della guerra), è seguita la recitazione di un inedito atto unico, “La bèla fjola”, a cura di Antonio Nicòli e Bernardina Rupalti. E' un dialogo tra il vecchio Agostino e la Morte, che è appunto la bella ragazza in visita, come la definiva anche Giacomo Leopardi: “Bellissima fanciulla, dolce a veder, non quale la si dipinge la codarda gente”. Forse andrebbe maggiormente indagato il rapporto letterario di Bertùccioli con la morte. E' stato infine espresso dai relatori l'augurio di realizzare la messa in scena teatrale dell'atto unico; e di raccogliere in un volume l'opera omnia di questo nostro poeta.
|