In questi giorni si è riaperto il dibattito su questo spazio ormai vuoto da qualche anno. Il riuso è un'operazione complessa che deve servirsi delle tecniche di valutazione di impatto ambientale, di quelle di simulazione e di altre tecniche programmatorie. La ricerca dei possibili riusi è sempre, comunque, da riportare nell'ambito del Piano Regolatore Generale, perché qualsiasi nuova destinazione del vecchio edificio altera il suo rapporto con l'intera città.
La caserma Paolini è stata fino al secondo conflitto mondiale una scuola allievi ufficiali di complemento, con un ruolo di alto e colto profilo. Oggi un'ipotesi di riuso di questo tipo (scuola militare) sarebbe auspicabile: pensando al cambiamento di ruolo del nostro esercito nello scenario internazionale, la caserma Paolini potrebbe diventare l'Accademia militare dei nuovi ruoli dell'esercito di pace. Modena è sempre stata la sede della scuola allievi ufficiali (scuola di guerra), mentre a Fano ci potrebbe essere una scuola militare di pace che organizza i nuovi quadri – ufficiali e sottufficiali – del nuovo esercito che si sta fortemente qualificando nei nuovi compiti che è chiamato a svolgere in tutte le parti del mondo sotto l'egida dell'Onu, della Nato, dell'UE. Diventa così prioritaria la formazione dei “quadri” di comando per una migliore risposta al nuovo ruolo di interposizione fra opposte forze combattenti, al ruolo di difesa delle istituzioni democratiche e delle popolazioni inermi.
Questa nuova destinazione d'uso è assai simile a quella che l'edificio aveva alla sua nascita. La proposta di una nuova accademia militare, così intesa, si inserisce nella tradizione prestigiosa, e quasi centenaria, della “Paolini”, che così potrebbe essere nuovamente in un fertile rapporto con la città. Tenuto conto che il riuso più compatibile con l'edificio storico è quello per il quale l'edificio è nato, questa proposta, altamente qualificata e di profilo internazionale, sarebbe da approfondire per non lasciare la scelta all'interesse privato e al sottoutilizzo incongruo e non compatibile con la dignità dell'edificio storico. All'interno del complesso si potrebbe prevedere anche la riunificazione di tutte le “forze militari” che operano nel territorio della città. Inoltre il suo indotto porterebbe lustro e benefici all'intera città e sarebbe una istituzione di risonanza internazionale.
Questa proposta ha naturalmente carattere indicativo, perché anch'essa deve inserirsi nella programmazione urbanistica comunale. Questo primo tentativo di verifica di recupero è tuttavia garanzia di un intervento di sicuro interesse sociale e di valido sostegno per lo sviluppo armonico e qualificato della città. Un'operazione di questo tipo porterebbe la città di Fano alla ribalta internazionale. E' chiaro che anche questa ipotesi di intervento deve essere accompagnata da opportuni adeguamenti alla viabilità in tutta la città, da una rivisitazione del trasporto pubblico, da una maggiore attenzione alla mobilità in genere e ad un piano di organizzazione dei servizi e delle strutture sociali e di ospitalità dell'intero territorio.
Gianni Lamedica
Venerdì 14 dicembre, alle ore 17, presso la ex chiesa del Suffragio (a due passi dalla “Paolini”), si terrà una pubblica manifestazione sul futuro della città in difesa della bellezza e della vivibilità: “Dal PRG Cervellati al PRG di Aguzzi/Falcioni” come dice il manifesto. Interverrà l'architetto Pierluigi Cervellati (già consulente per il precedente Piano). I lavori della manifestazione saranno coordinati dal prof. Lucio Polverari.