A proposito di Nino Ferri
Sul numero di dicembre del bel periodico per la provincia di Pesaro e Urbino leggo, a pagina 16, il ricordo di Nino Ferri deceduto recentemente.
A proposito dei ‘taiulin sa la biada', io e altri comuni amici la sera del 25 novembre 1999 fummo invitati a cena da Nino. Il primo piatto era per l'appunto i taiulin sa la biada. Nino quella sera più volte precisò che questo era un piatto tipicamente fanese che i suoi antenati “fecero mangiare anche ad Asdrubale” perché la famiglia di Nino era originaria della frazione Madonna Ponte del Fiume Metauro.
Scrissi allora sul giornaletto del nostro Corpo di Polizia Municipale la “Vera storia della Battaglia del Metauro” che invio in copia.
I ‘taiulin sa la biada' è un piatto fanese di oltre 2.000 anni fa che contribuì decisamente alla vittoria dei Romani sui Cartaginesi durante la Seconda Guerra Punica. Le cose andarono esattamente così: Gli antenati di “Custantin del Fer”, capo di una patriarcale famiglia di agricoltori, dopo aver combattuto nelle Gallie Cisalpine, vivevano nell'agro della foce del fiume Metauro come assegnatari di terre spettanti agli ex legionari. La sera del 22 giugno dell'anno 552 dalla Fondazione di Roma da parte del “divo Romolo” (anno 207 a.C. dell'era volgare) gli antenati di “Custantin del Fer” invitarono nella loro ‘domus' Asdrubale, il Cartaginese, che sostava – non in divieto ed in buona compagnia – nei pressi della foce del fiume Metauro. Le matrone della casa di “Custantin del Fer” per la grande occasione cucinarono ‘taiulin e tacon sa la biada'. Erano così buoni che Asdrubale ne mangiò una scodella, due scodelle, tre scodelle, quattro scodelle, cinque scodelle; poi bevve tanto, tanto bianchello appena svinato dalla cantina di tufo che i “Custantin del Fer” tenevano nascosta nelle ‘ripe di Frian'. Asdrubale dopo aver tanto mangiato il succulento piatto a lui sconosciuto e riempitosi di generoso bianchello, indugiò sulle decisioni belliche da prendere per l'imminente battaglia, nonostante fosse pressato dai suoi generali. Il giovane più birbo della patriarcale famiglia dei “Custantin del Fer”, Ninus, informò subito gli 007 della XIV Legione romana del Console Livio Salinatore che si aggiravano nella zona della foce per raccogliere informazioni militari; appena i Consoli romani Claudio Nerone e Livio Salinatore furono informati che Asdrubale si crogiolava guardando le stelle e la luna, quasi piena, perché inebriato dalla cena con taiulin e biada innaffiati dal dio Bacco Bianchello, decisero di attaccare e vinsero quasi subito il più forte ed agguerrito esercito cartaginese con fanti, cavalieri e carri “armati” trainati da elefanti, perché privo di ordini da parte di Asdrubale. Il cartaginese Asdrubale, ancora in preda ai fumi del bianchello, fu catturato da un commando della VII ‘Legio' di Claudio Nerone e subito decapitato. Il giovane Ninus del Fer, per il servizio reso alla patria, fu inculturato in una grande scuola dell'urbe riservata solo ai patrizi; dopo aver conseguito il ‘titulus' di dottore, Ninus fu nominato dal S.P.Q.R. ‘Vicarius Praetor' (corrispondente all'attuale Vice Sindaco) della “Fanum Fortunae”, carica elettiva che tenne per oltre 15 anni. Questa, e non quella raccontata sui libri, è la vera storia della Battaglia del Metauro che fu combattuta – per modo di dire – nell'agro coltivato dai “Custantin del Fer”.
Alessandro Federici
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