Una 'telenovela' con tante occasioni perdute
Polemiche, ancora polemiche! Non si placa la discussione sui problemi cittadini, nonostante l'approvazione unanime del nuovo Piano Regolatore di Pesaro. Ospedale, tangenziale, porto, il turismo che non decolla come si vorrebbe, centri collinari, Parco del San Bartolo, Baia Flaminia, il risanamento del fiume Foglia sono temi da sempre sul tappeto e che non trovano mai una definitiva soluzione da oltre cinquant'anni. Ciascun Ente si chiude nel proprio egoismo o nella sua torre eburnea, geloso e beatificato della propria autonomia. Questo atteggiamento, che inevitabilmente sfocia in un "localismo" esasperato e che è stato nel passato la causa di una persistente miopia, ha lasciato la nostra provincia fuori dal circuito finanziario per le grandi opere. Il caso di Pesaro e Fano è emblematico: due città che quasi si toccano e che da sempre hanno gli stessi problemi, ma che costantemente si guardano in "cagnesco". Non c'è giorno in cui nelle pagine locali non si sollevi il problema della circonvallazione adriatica per drenare il traffico pesante dalle due città; ma siamo rimasti agli anni '50, quando i piani regolatori prevedevano due tracciati di circonvallazione a semicerchio sfocianti entrambi a Fosso Sejore. L'acceso campanilismo tra Pesaro e Fano ha prodotto tante "occasioni perdute". Vien da pensare ai numerosi P.R.G., che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi, che sono stati il frutto di questo atteggiamento di "chiusura" o di un insopprimibile istinto di rimanere nel proprio recinto, senza curarsi di quel che accade all'intorno.
La ‘telenovela' sulla fusione della Cassa di Risparmio di Pesaro con quella di Fano per la costituzione di una grande Banca delle Marche, la polemica sull'ospedale unico Pesaro-Fano,il cui progetto è stato riposto nel dimenticatoio, sono esempi di una evidente carenza di programmazione concordata. Stiamo assistendo al fenomeno perverso delle duplicazioni con costi eccessivi rispetto ai benefici ottenuti: duplicazioni di funzioni per i porti, sovrapposizioni per l'attività del credito, per gli ospedali, persino per le attività sociali e culturali. C'è una gran perdita di energie e una conflittualità permanente tra le varie amministrazioni per strappare qualche finanziamento sia regionale, statale ed europeo. Che dire, infine, sul turismo? Abbiamo tra Pesaro e Fano il più bel tratto di riviera di tutta la costa adriatica. Il suo litorale disteso, l'ampia spiaggia, la sabbia finissima e pulita, le dolci colline che si specchiano nel mare, costituiscono una grande risorsa ambientale. Ebbene ancor oggi tutto è lasciato allo stato di abbandono o all'improvvisazione. Nessuna iniziativa è stata intrapresa per questo bellissimo tratto di costa. Le due amministrazioni, di Pesaro e di Fano, invece di lamentarsi per le presenze stagionali e fare dispute sul numero delle Apt, farebbero bene ad impegnarsi seriamente in un progetto comune di piano di sviluppo paesistico di questo tratto di costa. Ci sono, a nostro avviso, tutti gli ingredienti per vedere giustamente e sapientemente valorizzati i pregi naturali di questo fazzoletto di terra. Centri come Novilara, Trebbiantico, Fosso Sejore, San Biagio, Monte Giove troverebbero ben presto la loro giusta collocazione e valorizzazione.
Ma il problema che più assilla questa nostra provincia è il sentirsi isolata e quasi abbandonata dall'Ente Regione. La Provincia di Pesaro e Urbino, a confine tra la Marca e la Romagna, sta vivendo una stagione di non protagonismo. A chi attribuire questo calo di tensione? Agli egoismi del capoluogo di Regione, che tenta di concentrare tutti gli interessi su di sé o all'inerzia di coloro che, non curandosi di quello che succede fuori dalle proprie mura, si arrabattano a vivere nell'ordinarietà quotidiana? Perché non entrare allora nel vivo dei problemi di più ampio respiro, convincendoci che dallo studio e dall'approfondimento delle problematiche territoriali si può ben affermare che il binomio Pesaro-Fano costituisce una area metropolitana, degna di sviluppo e della massima attenzione da parte della Regione Marche alla pari dell'interland Ancona-Iesi-Osimo?
Abbiamo il distretto industriale più fiorente della regione, abbiamo due porti che se fusi nelle loro funzioni di complementarietà potrebbero rappresentare un unicum di tutto rispetto, abbiamo senza alcun dubbio il nodo viario più importante (Flaminia, Adriatica, Fano-Grosseto) e più strategico per avvicinare il mare Adriatico a quello Tirreno. Ci manca forse la convinzione delle nostre idee che, se non coltivate con lo studio e la fatica e la passione dei nostri predecessori, rimangono "scatole vuote".
Pietro De Biagi
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