Vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione il problema della fruizione estiva della spiaggia. Premetto che sono un cittadino pesarese desideroso di riconciliarsi con un litorale da cui negli ultimi anni si era tenuto lontano, tranne d'inverno, a causa dei numerosi inconvenienti legati all'inquinamento. Poiché però il fisico reclama di essere tenuto in forma dalle salutari passeggiate “a marina” la mattina di buon'ora, quest'anno decido di riprendere per tempo la vecchia consuetudine. Amara sorpresa: la battigia della “mia” spiaggia di Levante è diventata, in tutto e per tutto, una strada. Sì, signori, nel breve spazio di un'ora, dalle sette alle otto circa, ho potuto contare quattro mezzi pesanti della raccolta rifiuti, più una specie di trattore dalla stazza enorme e dall'uso incomprensibile. Risultato immediato: 1) battigia trasformata in fanghiglia impraticabile, specialmente a piedi nudi, a meno che non si vogliano immergere le estremità indifese nelle profonde quanto putride tracce lasciate dai pneumatici; 2) rumore assordante dei mezzi in transito, che non si limitano a passare, ma si fermano a lungo a motore acceso (inquinamento acustico con ripercussioni sul sistema nervoso); 3) scia puzzolente lasciata dai motori (inquinamento dell'aria e dei polmoni). Questo è dunque il premio per chi lascia il letto alle prime luci dell'alba per “godersi” l'aria iodata, i primi benefici raggi solari e il cinguettio degli uccelli dalla macchia sul colle Ardizio! E sorvoliamo pure sul fatto, forse per voi troppo sentimentale e perciò del tutto irrilevante, che non c'è più una sola conchiglia da raccogliere, un solo sassolino da ammirare, un solo granchio da osservare, un solo piccolo indizio, insomma, che su quella spiaggia c'è una vita naturale che ferve indisturbata. Ma non ho finito con la mia passeggiata di scoperta: c'è dell'altro, miei cari signori. Oltre al traffico dei mezzi comunali e/o aziendali di media e grande stazza, ecco sfilare il corteggio di altre macchine, queste senza dubbio private: mi informo, e scopro che si tratta dei signori bagnini che, “autorizzati”, si recano al lavoro con comodo, sfrecciando con le robuste auto sulla stessa striscia di sabbia lungo il pelo dell'acqua, un tempo riservata ai poveri illusi che vorrebbero fare footing, jogging, oppure semplicemente camminare in pace. Last but not least ecco arrivare, sempre lungo la battigia, e sempre sopra le stesse orme (ormai diventate voragini fangose) di tutti gli altri mezzi, i furgoni di rifornimento bevande e quant'altro, che parcheggiano tranquillamente nella zona sabbiosa più prossima ai bar e baretti per scaricare le loro merci. Nel frattempo, i più furbi e attrezzati dei signori operatori balneari stanno mettendo in funzione i loro pulitori a motore, rendendo così impraticabile anche il tratto di spiaggia discosto dall'acqua, dove il solito illuso camminatore potrebbe rifugiarsi dal traffico di questa “strada-sabbiosa-di-fianco-al-mare” che è oramai divenuta la nostra amata spiaggia pesarese. A proposito, ci avete fatto caso che sempre più gente preferisce usare la piscina degli hotels, dove almeno non ci sono camion né motori accesi? Per concludere, volete per favore provvedere, egregi signori dell'Amministrazione comunale, dell'Aspes, del Turismo, dell'Ente Spiaggia, dell'Ente alberghiero, perché le cose tornino ad essere come prima, cioè per restituire la spiaggia ai cittadini, a quelli che al mare vanno per curare la loro salute, oltre che per stare a contatto con la natura? Oppure dovrò anche questa volta rinunciare, e ricominciare a sognare una vacanza “al mare”, intendendo con questo un posto ben lontano da questa Pesaro iper-gestita, iper-appaltata, iper-inquinata?
Giulio Melani
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