Tra le province di Pesaro e di Perugia un’antica e sperduta strada attraversa il massiccio del Catria e riduce ad appena 16 chilometri la distanza tra il Passo della Scheggia e Serra S. Abbondio. Non ha un nome ma nell’alto medioevo, intorno al 1200, fu la strada creata dagli eugubini per entrare nella Marca pesarese ove fondarono Pergola, Cantiano e Serra S. Abbondio. C’è voluta una guerra per riscoprirla quando, nell’estate del 1944, le truppe alleate che dall’Umbria dovevano superare lo spartiacque appenninico per scendere verso l’Adriatico puntarono verso la Linea Gotica. L’antica, piccola strada di montagna, tra gole, boschi e balze rocciose, le portava rapidamente in territorio pesarese. Lasciata la Statale Arceviese, 9 chilometri dopo il passo della Scheggia, le pattuglie di avanguardia su “jeeps” infilavano a Isola Fossara quella che si poteva definire la “via del Catria”; dopo 4 chilometri passavano per Castellaccio e 3 chilometri più avanti erano a Serra S. Abbondio. Così, dove per 700 anni erano passati solo uomini e cavalli, muli e carriaggi, arrivarono rombando mezzi cingolati e colonne di rifornimenti che dilagavano dietro il fronte. Poi di nuovo il silenzio. Sono passati altri anni: qualche sistemazione e un po’ d’asfalto, la “via del Catria” è di nuovo immersa nel silenzio.
Eppure la prospettiva per riutilizzarla si era chiarita: a Perugia si studiava l’adattamento da Isola Fossara al confine pesarese; a Pesaro il Genio civile progettava un ponte a Castellaccio, in territorio pesarese sino al confine con Perugia. Perché non unire gli sforzi delle due province per realizzare la Serra S. Abbondio – Isola Fossara? Quel tratto riduce a soli 16 chilometri la distanza dal Passo della Scheggia (ne occorrono 39 passando per Cagli e 41 da Sassoferrato), interessa gli abitanti del centro-Italia, influirebbe nell’economia dei collegamenti, promuoverebbe il lancio turistico del Catria. Motivi pratici ed anche storici: la “via”, in uno stupendo paesaggio, passa nei pressi dell’Abbazia di Sitria ove San Romualdo si fermò per 7 anni.
Una paginetta di storia
Della “via del Catria” si servirono gli umbri, e gli eugubini in particolare, per raggiungere le “terre nobili e grosse” delle quali parla Vincenzo Amiani nel primo libro della sua “Historia Bentivoglia”, notando che “tra le migliori deliberazioni della Repubblica Gubbina intorno al 1232 fu quella di edificar la Pergola e Cantiano, la Scheggia Costacciaro e la Sierra sant’Abbondio, mandandovi ad abitarla una colonia di alquante famiglie e fra le più ragguardevoli, la Bentivoglia”. Ecco quindi spiegato il purissimo accento nel parlare dei serrani e dei pergolesi i quali mantengono inalterata la pronuncia umbro-toscana degli antichi fondatori.
Sauro Brigidi