Cara signora Mondello, ho letto il suo articolo “Par condicio per i defunti” (Lo Specchio di aprile) e condivido la sua accorata memoria delle vittime dello stalinismo, un offuscamento della mente che viene scambiato per ideologia. Qualcuno, non sazio, ne auspica una rifondazione. Ma non posso seguirla nella conclusione, né plaudo alla data del 25 febbraio, fissata dall'Ungheria. Bilanciare la memoria del 27 gennaio? Direi che è brutta anche questa memoria, brutta ed ingiusta. Se continuiamo a spartirci anche i morti con i colori delle bandiere non arriveremo da nessuna parte. Non renderemo loro nemmeno l'onore che si meritano: se ci vedranno ne saranno intristiti. Ci servirebbe un giorno 26 per le vittime della mafia, un 27 per quelle della nostra religione, un 28 per i morti del fanatismo islamico, un 29 per quelli del razzismo bianco, 30 per quello nero, poi il 31... non finiremmo mai.
Fissiamo piuttosto un 1° gennaio per la memoria dell'imbecillità umana mondiale. E' solo da questa che ci dobbiamo difendere, tenendo viva l'attenzione nostra e dei nostri figli contro ogni nuova mistificazione, spacciata per valore. La storia ci ha insegnato che quello che finisce per –ismo è sempre pericoloso, fosse anche europeismo. Anche il semplice orgoglio, la riscoperta delle proprie radici, come osserva lo psicoanalista Contri, non è altro che razzismo.
La logica delle parti porta guai. Lo so che è bello sapersi pesaresi, chiamarsi marchigiani, sentirsi italiani, riconoscerci europei, liberali, socialisti. Sarebbe ancora più bello, ci vorrà ancora qualche milione di anni, scoprirci orgogliosi di essere uomini. Oggi non ce lo possiamo permettere.
Bastian Contrario
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