Nonostante le buone intenzioni proclamate dal Governo, ci troviamo di nuovo costretti ad esprimere il nostro dissenso sulle iniziative legislative che riguardano lavoro e pensioni. Non bastano i buoni principi, occorre una svolta concreta che, purtroppo, non sembra all'orizzonte. E' necessario agire con rapidità e determinazione per ridurre la pressione fiscale, contributiva e burocratica sulle imprese, per recuperare le aree di evasione ed elusione, per diminuire e riqualificare la spesa pubblica. Queste sono le priorità assolute per il sistema Italia. La pressione fiscale nel 2005 era del 40,6%, nel 2006 è salita al 42,3% e quest'anno potrebbe sfiorare il 43% del Pil: fin troppo scontato affermare che la situazione è inaccettabile per qualsiasi imprenditore. La Confartigianato si sta battendo con grande vigore per sollecitare norme che favoriscano la ripresa economica: a tale proposito, siamo convinti che la Finanziaria dello scorso anno non sia adeguata e presenti, anzi, numerose lacune. Sugli studi di settore, abbiamo apprezzato l'impegno bipartisan del Parlamento, volto a riaprire un confronto serio tra le categorie economiche e il Ministero dell'Economia. I primi risultati sono stati raggiunti, altri ancora ne dovranno arrivare. Anche sulla questione previdenziale siamo poco soddisfatti. Il metodo seguito dal Ministro del Lavoro Damiano può essere considerato apprezzabile per il diretto coinvolgimento di tutte le parti sociali, ma il risultato finale non appare assolutamente condivisibile: le modalità di aumento delle pensioni più basse, infatti, denotano una discriminazione tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti che non può essere tollerata. E' sempre la stessa storia: in Italia, la figura dell'imprenditore non viene tutelata da chi amministra il potere. Anzi, si ha addirittura l'impressione che il lavoratore autonomo venga considerato un soggetto da vessare, spremere ed ostacolare. Un atteggiamento assurdo, che non vuole tenere conto della realtà e dell'interesse della nazione: il nostro è il Paese della piccola e media impresa, degli artigiani che creano occupazione, ricchezza e che, non dimentichiamolo, sono la trave portante della coesione sociale e dei valori della famiglia. Gli artigiani rappresentano la parte sana e produttiva della nostra società e chi ci governa dovrebbe ricordarselo ogni giorno. Gli artigiani non rivendicano trattamenti di favore, chiedono solo di poter lavorare senza essere penalizzati da leggi assurde e da un fisco persecutorio. E la Confartigianato è schierata al loro fianco.
Learco Bastianelli Presidente Confartigianato Imprese
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