Sportivi all’occhiello: i pattinatori (2)
Nel numero di luglio dello “Specchio” il nostro collaboratore Massimo Ceresani ha rievocato a tutta pagina la storia del pattinaggio pesarese e fanese, a partire dagli anni ‘30. Visto il successo di questo servizio, l'autore si è letteralmente scatenato: intervistando un gran numero di protagonisti, testimoni e appassionati di questo sport. Ne sono scaturiti quattordici profili di campioni su rotelle che possiamo pubblicare solo a puntate. In questo numero vi presentiamo: Nello Amadori e Guido Del Monte. Boiani.
RAFFAELE “NELLO” AMADORI
Sempre di fretta, con cento interessi fino ai suoi ultimi giorni (si è spento lo scorso anno, era nato nel 1910), Amadori fu un folletto dello sport fanese, un estroso, un poliedrico, comunque un capostipite che dalla fine degli anni ‘20 fino a metà degli anni ‘50 spaziò dal ciclismo al pattinaggio su strada, dallo sci di fondo al motociclismo. Fu sempre uno “contro”, col gusto dell'originalità e della novità. Piccoletto, ma “pepato”, il “Nello” fanese inanellò tanti piazzamenti gareggiando con i più grossi nomi dell'emergente sport rotellistico nazionale. Fanno spicco un suo titolo italiano nella “Gran fondo” Trieste- Monfalcone-Trieste ed un 4° posto ai Campionati italiani di Riccione sui 10 mila metri. Ma il suo merito principale fu quello di essere stato l'apripista di tutto il movimento rotellistico provinciale. Per il suo funambolismo e per la sua giovanile e burlonesca trasgressione si meritò frequenti multe per le strade, apprensioni nelle discese del cavalcavia ed applausi sul molo del porto. Già, il porto! Qui Nello percorreva a tutta velocità la parte terminale del molo, girava stretto al pilone di prua, ma qualche volta si “scordava” di girare e… via, volava con i pattini, giù in acqua, rimanendovi per tempi volutamente preoccupanti (per la folla assiepata sul molo opposto).
GUIDO DEL MONTE
Quando Amadori abbandonò le due ruote per la novità delle otto rotelle, tanti giovani fanesi abboccarono alla nuova proposta. Le strade appena trafficate si prestavano come idonea palestra ed un gruppo sempre più numeroso si dava appuntamento in cima a Via Buozzi in quella fine degli anni ‘30: il fratello Vittorio, Ferranti, Manna, P. Severini, E. Puglisi, A. Felicetti, G. Piersimoni, Di Bari, De Blasi, Pizzicara, Travaglini, Rondina, Lamia, Gallerini, Volpi, F. Grimaldi, Fiorelli, Marisa Lambertini, Bianca Pianosi, oltre a Nicolini e Amadori. Durante il periodo bellico ci fu una certa sospensione rotellistica, anche se le sezioni del Fascio organizzarono gare a Fano, Ancona, Falconara. Nel dopoguerra si verificò il boom del pattinaggio su strada; mentre Amadori partecipava alle sue ultime gare in zona, i due emergenti Del Monte e Rondina affrontavano con profitto trasferte sempre più lunghe, spesso anche col camion del Corriere Borgogelli, con un “Guzzino” a bordo per l'utilità dell'accompagnatore in gara.
Del Monte (nato a Serrungarina nel 1925, ma fanese dall'età di 4 anni) era un generoso; gli piaceva far gara di testa e far selezione; per questo forse gli mancò quasi sempre lo spunto finale (al contrario dell'amico Gino del quale divenne la spalla ideale), al punto da meritarsi il titolo di “eterno secondo”. Vinse alcune gare minori, ma fu solo un ottimo piazzato in gare importanti dove il lotto dei concorrenti era rilevante per quantità e qualità. Grosso rimpianto gli resta per quella “Gorizia-Monfalcone” del ‘53 dove, in fuga da solo fino a 60 metri dal traguardo, fu raggiunto e immediatamente coinvolto in una caduta generale della volata; fu solo 4°. Appese i pattini nel ‘56, in seguito agli esiti di una gara: Giro di Palermo, discesa in gruppo a 70 km/h, caduta generale in fondo alla discesa ed investimento da parte di un motociclista.
Massimo Ceresani
|