Il 24 settembre è stata presentata ufficialmente, nella sala della Corte d’Assise del Tribunale di Pesaro, un’aula speciale per l’audizione protetta dei minori. Una stanza allestita con oggetti e arredi adeguati che, grazie un sofisticato sistema di registrazione “audio-video”, consentirà alle parti di assistere, da un locale adiacente all'aula protetta, al colloquio tra giudice e bambino. Sono solo cinque i tribunali italiani che si sono dotati di questo sussidio: fra questi il Tribunale di Rimini, per opera della stessa Lorena Mussoni che è ora giudice a Pesaro. La realizzazione della struttura nella nostra città è stata resa possibile grazie al contributo dell’associazione femminile Soroptimist International Club; che aveva già promosso un’analoga iniziativa presso il Tribunale di Livorno. Il progetto è stato illustrato dai rappresentanti degli enti coinvolti: il presidente del Tribunale Mario Perfetti, il presidente dell’Ordine degli avvocati Arturo Pardi, il presidente del Soroptimist International Club di Pesaro Silvia Pantanelli, il giudice Lorena Mussoni; alla presenza delle massime autorità giudiziarie, religiose e civili della provincia. Per capire meglio l’importanza di questo tema, basta ricordare che, quando la Giustizia s’incontra con l’infanzia, si apre sempre una vicenda drammatica, perché il rito processuale porta con sé spazi, linguaggi e percorsi lontani dal mondo infantile. Si possono consumare danni insanabili. Fuori dai luoghi conosciuti e rassicuranti il bambino insegue ricordi, parole ed emozioni estranei alla vicenda per cui è ascoltato e anche un atteggiamento accondiscendente non facilita il suo compito. Proprio per la delicatezza dei casi (si pensi solo agli abusi sessuali) e la fragilità dei soggetti trattati, occorre che il bambino chiamato a varcare la soglia di un Palazzo di Giustizia sia accolto in un luogo rassicurante e non disturbante dove si respiri un’atmosfera di confidenziale fiducia. Tutto quello che accade nell’aula protetta, dove ci sono solo bambino, giudice e psicologo, viene proiettato su uno schermo in un’aula adiacente, alla presenza delle altre parti del processo: pubblico ministero, avvocati, indagato, genitori. La strumentazione permette di vedere le lacrime silenziose, di ascoltare i sospiri, di “zoomare” sui disegni fatti dai bambini. E’ importante sottolineare che gli errori nell’audizione minorile pregiudicano a volte anche l’utilizzabilità processuale delle prove acquisite: soprattutto nel corso delle indagini, quando si deve cercare di capire se qualcosa è veramente accaduto, se costituisce reato, come si sono svolti effettivamente i fatti, chi sono le presunte vittime, a chi vanno attribuite le conseguenti responsabilità.
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