E' meglio informarsi
Prendo spunto dall'articolo del signor Mirko Fabbri (Lo Specchio, novembre) intitolato "Servono davvero le vaccinazioni obbligatorie?" per dare alcune informazioni che reputo utili per chi volesse approfondire l'argomento. Anch'io pochi mesi dopo la nascita della mia bambina, come tanti altri genitori, mi sono trovata di fronte all'obbligo delle vaccinazioni. In quel frangente, il mio dovere di genitore mi indusse ad assumere tutte le informazioni possibili sull'argomento. Grazie alla documentazione raccolta (testimonianze di persone, documentazione scientifica, articoli tratti da quotidiani, dichiarazioni di illustri personaggi della Sanità, ecc.) venni a conoscenza della possibilità dell'insorgere di complicanze riconducibili alla pratica vaccinale. Le notizie divulgate dai giornali e dalla televisione non erano sicuramente delle più confortanti: proponevano infatti immagini e notizie raccapriccianti in merito a bambini che a seguito delle vaccinazioni avevano riportato complicanze di tipo irreversibile. Solo per fare alcuni esempi, ricordo il caso pubblicato dal Giornale di Sicilia, in data 3 marzo '99, relativo alla morte di una bimba di nome Ilaria il cui decesso è avvenuto per causa dei vaccini; nonché il caso di Mattia un bambino di Roccasinibalda, rimasto paralizzato ad una gamba a seguito della somministrazione dell'antipolio (Il Messaggero di Rieti del 4 marzo '99) e ancora il caso di un piccolo di Ancona, di soli quattro mesi, morto a causa di un infezione che si è scatenata subito dopo le vaccinazioni, la trivalente e l'anti-epatite (La Repubblica dell'8 aprile '99).
Oltre all'aspetto sanitario, per il quale rimando il lettore alla bibliografia pubblicata in merito, grazie alla mia professione di avvocato, ho sviluppato accuratamente anche l'aspetto giuridico-legislativo. A tale proposito vorrei ricordare che, secondo quanto disposto dalla legge 210/1992, la quale regola "l'indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati", all'art. 7 prevede l'obbligo per le Unità Sanitarie Locali di: "predisporre progetti d'informazione rivolti alla popolazione e in particolare ai donatori e ai soggetti riceventi materiali biologici, nonché alle persone da vaccinare e alle persone a contatto, il tutto al fine della prevenzione delle complicanze causate dai vaccini. Tali progetti devono assicurare una corretta informazione sull'uso dei vaccini, sui possibili rischi e complicanze, sui metodi di prevenzione nonché devono essere prioritariamente rivolti ai genitori, alle scuole ed alle comunità in genere". Per quanto di mia conoscenza, purtroppo fino a poco tempo fa l'organo preposto nel nostro territorio non solo non attuava alcuna campagna d'informazione, ma denunciava alle autorità competenti tutti quei genitori i quali, solo perché venuti a conoscenza della possibilità dell'insorgere di tali rischi ed essendo particolarmente attenti alla salute psicofisica dei propri figli, si avvalevano di un proprio diritto esigendo dagli organi preposti chiarezza, trasparenza, informazione e rassicurazione su tale prassi. Il timore di vedersi affievolita la patria potestà per non aver sottoposto i propri figli alle vaccinazioni obbligatorie è però oggi finalmente svanito, grazie alle recenti disposizioni del Tribunale dei Minorenni di Ancona secondo il quale: "… non esistendo la coercibilità per legge in merito alle predette vaccinazioni, non è consentito al giudice intervenire nella materia, né può limitare la libertà individuale dei genitori di provvedere alla salute dei propri figli nei modi che ritengano più idonei".
Myriam Mengucci
Libertà o obbligo?
Le vaccinazioni sono un metodo del tutto naturale per proteggersi dalle malattie infettive. Con esse si mima infatti l'infezione naturale e si stimolano le difese immunitarie (produzione di anticorpi) che in tutti gli esseri viventi sono la più antica barriera contro i microbi. Normalmente la vaccinazione si fa con microbi uccisi o con frammenti di microbi e in tali casi è completamente innocua; in alcuni casi si fa con microbi vivi e attenuati, come si faceva con il vaccino antipolio Sabin. Era allora possibile in rarissimi casi che si determinasse una poliomielite, con paralisi e disturbi cerebrali. Il fatto è gravissimo per chi la subisce e per la sua famiglia (i promotori delle "leghe antivaccinazioni" di solito sono genitori che hanno avuto figli colpiti da gravi reazioni post-vaccinali), ma occorre subito considerare che il numero delle vite salvate dal vaccino antipolio, obbligatorio praticamente in tutto il mondo, è infinitamente maggiore. Da alcuni anni anche la vaccinazione anti-poliomielite è diventata del tutto innocua perché si fa con il vaccino Salk a virus uccisi e le vecchie "goccine" del vaccino Sabin sono state sostituite da un'iniezione.
L'obbligo delle vaccinazioni in età pediatrica (che in Italia sono, lo ricordo: anti-tetanica, difterica, poliomielite ed epatite B discende da vari motivi estremamente validi e logici per ogni persona dotata di buon senso, sebbene la disinformazione, il fanatismo e l'integralismo ideologico periodicamente emergano in alcuni settori dell'opinione pubblica che, appellandosi alla libertà di cure, rifiutano il vaccino per i propri figli. Un secolo fa, prima delle vaccinazioni di massa, come ampiamente provato dalle statistiche dell'epoca, milioni di persone morivano nel mondo, spesse volte tra atroci tormenti, di vaiolo, difterite, tetano, poliomielite o restavano permanentemente menomati. Solo quando, come per il vaiolo e presto per la polio, si raggiunge la certezza che non esistono più microbi di quel tipo nel mondo si può sospendere la vaccinazione. Inoltre la legge prevede un forte indennizzo per i danneggiati dai vaccini obbligatori. Chi rifiuta la vaccinazione si avvale poi di un "premio" che viene dalla restante popolazione vaccinata: ciò vale per le sole infezioni che albergano nell'uomo (difterite, epatite, polio), ma non per il tetano. Infatti se quasi tutti i bambini sono vaccinati, anche chi non è vaccinato non si ammala. Se però dal 90% e passa di copertura vaccinale si passasse con le vaccinazioni facoltative e libere al 30-50% i microbi continuerebbero a circolare e anche chi è stato vaccinato potrebbe ammalarsi in quanto, è provato, la vaccinazione non sempre è efficace, cioè non sempre fa produrre anticorpi a sufficienza. Ecco perché lo Stato deve imporre per legge l'obbligo, lo scopo dell'igiene è infatti quello di tutelare non solo la salute del singolo, ma quella della collettività.
Alcuni microbi oggetto di vaccinazione, sono tra l'altro quasi scomparsi in Italia, ma sono ampiamente presenti nei Paesi sottosviluppati, meta del turismo internazionale, e non è infrequente prendere la difterite in Russia o la poliomielite in Africa. Il tetano poi è ineliminabile dall'ambiente e chiunque operi a contatto con terriccio di campo o semplicemente di un vaso di fiori: se si taglia, si potrebbe contagiare. Da cui il dovere morale di chi fa il medico, come me, e di chi fa informazione di mettere in guardia i cittadini dai rischi di un abbandono delle vaccinazioni in nome di una disinformata e ignorante "libertà di cura".
Luciano Baffioni Venturi