Nel luglio scorso, alla galleria Louvre 44, in via Mazza 44 a Pesaro, si è inaugurata la mostra “L'arte di usare la matita”. Giovani studentesse e studenti dell'Istituto Statale d'Arte “F. Mengaroni” di Pesaro hanno esposto i loro disegni (particolari dei quadri di Raffaello) e riproduzioni di frutta e lettere ispirati alle opere dell'artista Michele Provinciali. I disegni sono veramente suggestivi ma più interessante è pensare che siano esposti al Louvre 44, la galleria d'arte del Dipartimento di Salute Mentale Asur Marche Zona territoriale n.1, Pesaro.
Questa mostra ha rappresentato il primo passo per una collaborazione tra il Dipartimento e la Scuola d'Arte: il fine è quello di valorizzare la creatività dei pazienti e permettere ai giovani studenti di avvicinarsi al dolore mentale per tentare di riconoscerlo anche dentro di loro e aiutarli ad evitare catastrofiche fughe nel mondo dell'alcool e nelle condotte di abuso, così propagandate dai mass-media. Per dolore mentale si intende quella sofferenza psichica che si irradia all'insieme del nostro piccolo essere e che accompagna ogni uomo sin dalle sue prime relazioni, sviluppandosi parallelamente allo strutturarsi del mondo interno e delle sue rappresentazioni fino alla nascita del pensiero. Tale pensiero deve essere compreso senza negare quel nucleo profondo di solitudine presente in ciascuno di noi, nell'intimo, nella propria mente, un nucleo segreto di disperazione che con fatica giornaliera nascondiamo a noi e agli altri e che cerchiamo di sopprimere con gli alcolici, le droghe, l'iperlavoro e i sentimenti megalomanici. L’arte ci può aiutare ad interrogarci su questi temi e, attraverso le attività creative, ad esprimere le parti negative e distruttive del nostro mondo interno. Analogamente ad una cultura del corpo che considera negativi obesità, colesterolo, fumo è necessario promuovere una cultura della mente che ci alleggerisca dall'odio, invidia e distruttività varie. Concludendo, l'arte è proprio l'espressione più bella e inquietante della mente di Homo Sapiens.
La follia dei “sani”
In questi anni abbiamo avuto decine di pazienti che si sono espressi con la pittura, la musica, la scrittura e per questo è stato inventato uno spazio dove fosse possibile rendere visibile queste facoltà dei sofferenti psichici. Anche perchè nella cronaca quotidiana i disturbi psicopatologici sono spesso, e anche a ragione, associati alla paura e al pericolo.
Chi sa che il premio Nobel per la matematica John Nash è ammalato di schizofrenia? E che alla consegna del Premio Nobel ha detto che tutti i suoi calcoli e le sue scoperte scientifiche per le quali ha conquistato il massimo riconoscimento al mondo per uno scienziato sono nulla se confrontati con l'amore e la fedeltà della moglie ( presente alla cerimonia) che gli ha consentito di sopravvivere e convivere con i deliri e le allucinazioni ?
Pensate che al prof. Roncati di Bologna, così importante nella storia della psichiatria della sua città, è stato dedicato il nome dell’ormai ex ospedale psichiatrico di Bologna. Si racconta che quando usciva una sera dall’ospedale, alla domanda “Ma prof. dove va?”, rispondeva: “Esco da quello piccolo ed entro in quello grande”.
Ecco, noi al Louvre 44 vorremmo avvicinare la follia dei sani e quella dei malati e creare un luogo in cui le persone con disturbi psichici e le persone sane possano esporre le loro produzioni creative. Al fine di far capire a tutti che non siamo capaci di distinguere le opere creative dei sani da quelle dei malati. Anzi in chi, purtroppo, è sofferente psichico sembra esserci, a tratti intermittenti, una punta di creatività e una capacità di entrare in risonanza con i temi fondanti della nostra piccola esistenza che ci lasciano senza parole (pensiamo a Vincent Van Gogh, Antonio Ligabue, Gioacchino Rossini, Robert Schumann, Cesare Pavese, Virginia Woolf, Walt Whitman, Hermann Hesse, Ernest Hemingway, Paul Gauguin, Anna Sexton e tanti altri). In un articolo pubblicato su Le Scienze del 1992, Arnold M. Ludwig dell'Università del Kentucky ha presentato una rassegna bibliografica su 1.005 personaggi famosi del XX secolo (artisti scrittori ed altri professionisti) alcuni dei quali erano stati in cura per disturbi dell'umore. Ludwig ha scoperto che fra gli artisti e gli scrittori si registravano frequenze da due a tre volte superiori per quanto riguarda psicosi, tentativi di suicidio e abuso di sostanze tossiche rispetto a persone che hanno riscosso altrettanto successo nei campi degli affari, della scienza e della vita pubblica. Nancy C. Andreasen dell'Università dello Jowa ha studiato 30 scrittori creativi e ha trovato percentuali elevate di disturbi dell'umore e alcolismo: l'80% aveva avuto almeno un episodio di depressione maggiore, ipomania e mania. Infine Kay Redfield Jamison ha studiato 43 scrittori e artisti di fama, tutti membri o associati alla “Royal Academy”. Tutti i drammaturghi avevano vinto il New York Drama Critics Award o l’Evening Standard Drama Award, o tutti e due. Metà dei poeti scelti erano citati nell’Oxford Book of XX Century English Verse e lo studioso scoprì che il 38% era già stato in cura per disturbi dell’umore.
Massimo Mazini
Leo Mencarelli
ASUR Pesaro
P.S. Al n. 38, di via Mazza, si può trovare “Utili Pensieri-manifatture artigianali”. Nel negozio si vendono ricami, tovaglie, asciugamani, strofinacci confezionati dalle donne del laboratorio di ricamo del Centro Diurno della Psichiatria di Pesaro.