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Michael Hicks e Dusan Sakota
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Campionato ormai alle porte, e la Scavolini-Spar è ancora alla ricerca di se stessa, del proprio assetto tecnico e della propria identità di squadra. Una pre-season travagliata come raramente è accaduto di vedere, con il caso Williams a tenere banco, ma anche con tanti altri episodi di infortuni e malanni vari ad ostacolare il lavoro di coach Dal Monte, ha ridotto la formazione biancorossa ad una specie di oggetto misterioso, difficile da decifrare alla luce di quanto si è visto sul parquet delle varie amichevoli fin qui disputate. E’ pur vero che i canestri d’estate contano come il due di coppe quando briscola è bastoni, però resta il fatto che la Scavo-Spar si presenta all’esordio di campionato, stavolta più che mai, come un puzzle non ancora assemblato, senza solidità e senza certezze. Né diversamente avrebbe potuto essere, essendo venuto meno, per una jella balena, la trave portante di tutto il gioco di squadra, quell’asse play-pivot sul quale giustamente si era puntato per fare della formazione pesarese una macchina da canestri solida e vincente. Non è dato di sapere come andrà a finire l’affaire Williams (pare certo che comunque non si avranno soluzioni positive in tempi brevi), per cui, ora come ora, non resta che far buon viso a cattivo gioco e affrontare a muso duro l’avvio del campionato con la truppa a disposizione.
Inutile dire che tutti gli occhi sono puntati sul neo-acquisto Lance Allred, due mesi di contratto con possibilità di prolungamento, scaricato fresco fresco da Napoli per motivi di scarso feeling con Martelletti e con la dirigenza, più che per ragioni puramente tecniche. Le referenze del giocatore di Salt Lake City non sono per niente male (buona tecnica di base, buon tiro e pulizia di movimenti in velocità), ma occorrerà verificare se questa Scavo-Spar, nata per ruotare attorno ad una solida presenza a centro area come quella di Eric Williams, riuscirà ad adattare i suoi giochi all’assenza di un pivot classico, visto che Allred è essenzialmente un power forward, amante del gioco fronte a canestro più che della difesa tosta. E siccome anche Dusan Sakota non è tipo da sgomitare duro sotto le tabelle, anche per evidenti limiti di stazza fisica, i rischi per questa inedita Scavo-Spar potrebbero venire soprattutto dalle difficoltà di contenimento dei lunghi avversari in fase difensiva e nella lotta a rimbalzo.
Sembrano invece promettere bene i nuovi arrivi nel settore esterni, a cominciare dal “nostrano” Daniele Cinciarini, per non dire di un Marques Green fin da subito convincente ed affidabile in cabina di regìa. “Nemo propheta in patria”, si diceva in antico, ma il pesaresissimo “Cincia” mostra di avere tecnica ed attributi giusti per smentire cornacchie e cassandre e far innamorare di sé le falangi dei suoi tifosissimi concittadini.
Detto di un Van Rossom che appare ben deciso a far dimenticare una stagione incolore come quella scorsa e di un Flamini che promette di risultare assai utile come all around in diverse zone del campo, non resta che accendere un cero al… gran dio dei cestini perché aiuti Casey Shaw a tornare quello dei tempi migliori: senza pivot di ruolo, questa Scavo-Spar non può fare a meno del suo contributo sotto canestro.
Ed ora è già campionato, con una fila di partite iniziali da far tremare le vene ai polsi. Banco di prova estremamente impegnativo per una squadra tutta da reinventare, ma forse anche stimolo giusto per spingere la band biancorossa a dare il meglio di sé fin da subito, senza partenze all’acqua di rose. Le “quattro D” promesse dal presidente Vellucci e da coach Dal Monte saranno essenziali: crediamoci tutti assieme.
Alberto Pisani