Nuovi commenti allo Specchio sulla tragedia americana
Nessuno ricorda Malcolm X e la sua storiella del nero dei campi ed il negro di casa? Il negro della casa mangia meglio, veste meglio, vive vicinissimo al padrone, nel seminterrato, nella soffitta... Il nero dei campi vive di lavoro e frusta, odia la terra che coltiva, abita nella catapecchia. La casa del padrone va a fuoco. Il nero dei campi approfitta per fuggire. Il negro della casa va dal padrone e grida: “Badrone, badrone, sdiamo andando a fuogo”.
Gli europei si sono svegliati negri di casa. Tutti i giorni le baracche degli schiavi vanno a fuoco, tutti i giorni migliaia di persone muoiono, tutti i giorni terremoti e carrarmati entrano dentro, passano sopra le case della gente povera. Poi succede all'umanità di serie A e siamo tutti dispiaciuti, costernati, avremmo voluto essere noi al posto loro, l'impiegata al posto del capo, l'italiano al posto dell'americano, “lo sghiavo al bosdo del badrone”. Malcolm, un uomo dolce e intransigente, è stato assassinato nel 1965, aveva sulle labbra un sorriso inquietante, si chiamava già Malik-el-Shabbazz, sapeva ormai da dove veniva e da dove venire. E se muore un bambino africano non è meno grave solo perché è più votato alla morte di un ciccione americano.
Tornano in mente quegli studi sull'importanza data alle notizie nei TG, dai quali emergeva che un americano valeva tredici ungheresi e tredici ungheresi cinquanta indiani, o robe di questo genere. Questa è la storia di un mondo che da Copernico in poi rotola dal centro verso una X. Io spero sia quella di Malcolm, e assieme a lui dico agli italiani, a questo pseudo-popolo di colonizzati mentali, forti coi deboli e deboli coi forti: “Io sono un nero dei campi. Se non posso vivere in una casa come un essere umano, prego perché soffi il vento. Se il padrone non mi tratta giustamente e si ammala, indicherò al medico un'altra casa. Ma se tutti noi potremo vivere come esseri umani, allora sono per una società di esseri umani che possa praticare la fratellanza.”
Jacopo Nacci
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