Un signore si siede al tavolo di un bar del centro ed ordina un caffè. Al momento di pagare riceve uno scontrino di 2.500 lire. Infastidito per l'importo ritenuto elevato, protesta vivacemente con il titolare del pubblico esercizio offrendogli al massimo 1.650 lire; in considerazione del fatto che il prezzo medio del caffè a Pesaro si aggira intorno alle 1.500 lire più l'aggiunta del 10% per il servizio al tavolo che fanno esattamente 1.650 lire. Chiamati i Vigili per dirimere il contenzioso, il caso è finito negli uffici dell'associazione dei consumatori di Pesaro.
Poiché l'esercente non ha provveduto a consegnare al consumatore il listino-prezzi, quest'ultimo può rifiutarsi di pagare l'importo maggiorato ed offrire il minimo per il caffè e per il servizio ai tavoli. Il consumatore è rimasto soddisfatto per il riconoscimento dei suoi diritti e l'esercente deluso soprattutto per la cattiva pubblicità al suo locale.
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