Nel mese di luglio la stampa nazionale ha dato notizia del ricovero in ospedale a Genova di alcuni bagnanti dopo alcune ore trascorse sulla spiaggia, scatenando una ridda di ipotesi sul possibile inquinante. Nell'agosto 1998, sui litorali toscani, un centinaio di persone manifestò malesseri con irritazioni congiuntivali e delle prime vie aeree, con dolori muscolari ed articolari, tosse e febbre. La sintomatologia insorgeva dopo due-tre ore d'esposizione all'aerosol marino e regrediva nell'arco di dodici ore, ricomparendo in seguito ad una nuova esposizione. Successivamente non si sono avute notizie di altri fenomeni analoghi e nel frattempo le Agenzie per la prevenzione ambientale hanno cominciato a tenere sotto controllo le nostre spiagge ed i nostri mari anche da questo nuovo rischio derivante dalla presenza di alghe esotiche che arrivano con le acque di zavorra. Le fioriture sono generalmente più intense nelle aree marine chiuse da “pennelli” o da barriere, caratterizzate da un minore ricambio idrico, e si manifestano quando le acque sono particolarmente calde ed in condizioni meteorologiche favorevoli. Questa sintomatologia è molto probabilmente collegata all'inalazione di tossine veicolate da aerosol marini o polveri provenienti dalle rocce ricoperte di alghe su cui si sono sviluppate colonie di Ostreopsis Ovata. I fenomeni di decomposizione comportano la perdita ed il trasporto eolico di aculei ed altre parti delle alghe microscopiche. L'aspetto degli scogli sommersi durante lo sviluppo di questa specie di alga, si presenta ricoperto da una pellicola gelatinosa brunastra su cui l'esame microscopico rileva la presenza di quantità elevate di Ostreopsis Ovata (Gonyaulacales, Dinophyceae). Il numero di cellule può andare da 250 milioni a tre miliardi per litro durante la fase di bloom algale (proliferazione massiccia) in cui è connesso il rischio sanitario. Questa alga è la più piccola fra quelle che producono questo tipo di tossina (Siamensis, Ovata, Lenticularis, Prorocentrum, Coolia) e si presenta al microscopio come un piccolo ovale che ha dimensioni di circa 50x30 micron (millesimo di millimetro). La pellicola flottante, quando si distacca dal supporto roccioso, può venire confusa con escrementi a causa del colore marrone-rossastro e della consistenza gelatinosa. I successivi fenomeni di decomposizione possono portare alla diminuzione dell'ossigeno disciolto con anaerobiosi e conseguente scomparsa delle specie viventi usuali. L'Arpam (Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale delle Marche) ha attivato i propri Dipartimenti di Ancona, Pesaro, Macerata ed Ascoli Piceno ai quali è affidata la sicurezza della balneazione ed al momento nelle Marche la Ostreopsis Ovata non è mai stata riscontrata.
Ferdinando De Rosa
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