Sulla figura di Romolo Pagnini (scomparso tragicamente a soli 66 anni) abbiamo chiesto una testimonianza a un compagno di partito che gli era particolarmente vicino: l'ex sindaco di Pesaro Aldo Amati.
Romolo Pagnini, un personaggio non di primissimo rilievo nella storia di Pesaro: eppure la sua improvvisa e drammatica scomparsa ha scosso la città come in pochi altri casi. La notizia della sua morte, quando venerdì 21 gennaio è giunta in città, si è diffusa in un baleno in tutti gli ambienti, in ogni angolo di Pesaro; e la reazione è stata ovunque di incredulità e di dolore. In tanti sono scoppiati a piangere. I giornali hanno riempito pagine di ricordi commossi di Romolo. Alla cerimonia funebre, in Piazza del Popolo, la gente era tantissima e molti altri avrebbero voluto esserci, ma non hanno potuto. Era conosciuto da tantissima gente che gli era amica e gli voleva bene.
Romolo aveva caratteristiche che si ritrovano nella sua vita personale e familiare come nell'impegno politico ed in quello di amministratore pubblico. Un operaio, un uomo del popolo, che viveva ispirato dai più genuini valori popolari: la famiglia, le cose buone, l'amicizia sincera, l'onestà, la giovialità, le cose concrete ed essenziali, il senso della giustizia. E in politica era quel Romolo lì. Comunista da giovanissimo per combattere e impegnarsi per un mondo più giusto, che vedesse al primo posto i lavoratori, la gente più bisognosa. Ammirava i Paesi socialisti, ma quando fu chiaro che lì il popolo non era padrone, ma vittima di regimi illiberali, non ebbe tentennamenti a condividere il ripudio di quelle esperienze. E si occupava concretamente delle cose, dei problemi delle persone che conosceva, o del quartiere in cui viveva, il Porto. E' stato per tanti anni, in qualche modo, il “Sindaco del Porto”.
Amava il mare e, con qualche sacrificio, si era comprato una barchetta con la quale andava a pescare, soprattutto a prendere le cozze da cucinare poi in una cena con gli amici. Organizzava viaggi e gite turistiche, con le quali ha portato in giro per l'Italia e per l'Europa migliaia di persone che sono diventate una comunità di amici. Anche la morte lo ha sorpreso durante una di queste gite. Nella politica era come nella vita: la semplicità, la passione e la tenacia, l'onestà degli intenti, il darsi da fare concretamente, l'organizzare, la serietà nel perseguire gli obiettivi, la durezza delle critiche a ciò che anche nel partito non gli sembrava giusto, la veemenza nello scontro politico con certi avversari: a cui faceva sempre seguito la stretta di mano e l'amicizia. Erano questi i suoi tratti caratteristici.
E' stato per quasi 50 anni un attivista, un dirigente con molteplici incarichi, un animatore instancabile della Sezione Centro del Pci e poi dei Ds. E' stato membro degli organismi dirigenti comunali e provinciali del Partito. Consigliere comunale per 23 anni, Assessore per quasi dieci anni. Dunque un politico a tutto tondo, ma senza mai perdere quelle doti umane, quella umiltà, quella genuinità che ne hanno fatto una figura unica; era chiamato affettuosamente Romoletto. Qualunque cosa facesse, costruiva legami personali di rispetto e di amicizia. E i tanti che erano al suo funerale, prima che compagni, colleghi di lavoro, politici della stessa parte o avversari, concittadini o vicini di casa, parenti o conoscenti, erano soprattutto amici di Romolo. Lascia un grande vuoto, ma soprattutto un bellissimo ricordo di sé.
Aldo Amati