Se abbiamo ancora il coraggio di guardarci in faccia, non possiamo non capire che disagio psichico e tragedie familiari in continua ascesa, derivano dalla nostra radicale indifferenza agli altri. Filosofie orientali e pratiche esoteriche, per calmare le coscienze e per far luce nel buio pesto della logica, fredda e menzognera, non reggono il peso delle macerie esistenziali, prepotenti, invasive e perverse nella ricerca del bene personale. Limitati, cinici, taccagni, senza slanci e sentimenti, gelidi e asettici, soggiogati dalla ragione, plagiati dalla tecnologia, separati dagli affetti, in preda alla follia del disincanto e dell'insensibilità, recepiamo e analizziamo dati, unicamente per ottenere risultati, senza un minimo sforzo. Poco severi verso noi stessi nell'interpretazione della vita, attaccati ad una sciocca visione razionale delle cose, riscattiamo fisicità e azione armando impulsi, passioni, per fronteggiare incertezze, irregolarità, umori e sapori del nostro organismo. La schizofrenica separazione cerebrale dalla realtà sensibile e affettiva scatena la ribellione alla tirannia formalista, alle ipocrisie confezionate, allo stile di vita meramente economico. Senza una lacrima, un'emozione, un morso al cuore, spietati e crudeli e a volte anche assassini di chi amiamo, per una tragica equazione logica, per un calcolo matematico, per non farsi carico di fragilità e desideri, non pensiamo, non scegliamo, non interpretiamo, manchiamo di sintesi e non vediamo ciò che vorremmo vedere, per mancanza di responsabilità. Non rischiando e non decidendo, non sottomettendo ragione e linguaggio all'anima, moralmente sottosviluppati al servizio dell'egoismo, della sopraffazione, dell'odio e della vendetta: sicuramente tecnologicamente avanzati, ma tristemente arretrati e primitivi.
Stefano De Bellis
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