(Pesaro, 8 giugno 1964)
La costa Adriatica… il mare si è gonfiato. In Via Caio Duilio non distinguevo più la terra dal mare! … Era un pomeriggio inoltrato e, dopo anni, mi è tornato in mente un gesto benevolo della sua mano… L’ho conosciuto, era un grande lupo di mare lo chiamavano Pep ha vissuto la sua lunga vita navigando sempre con la sua barca a vela di nome Mafalda e la sua inseparabile pipa parlava poco e non si ripeteva mai due volte. Io avevo una barca di nome Carmela, vicino alla sua. Quel giorno lui stava rientrando mentre io uscivo. Era un giorno di quiete indescrivibile, quando all’improvviso vidi arrivare e crescere dal monte San Bartolo nuvole nere in un lampo della mente vidi apparire quella mano benevola in quel gesto consapevole che indicava “gira…gira”. In pochi attimi un uragano apocalittico s’impossessò della notte fino all’alba, quando vidi il mio amico Teodorico: “Siamo partiti con apprensione, scrutando da Cattolica a Fano. Una catastrofe!”, mi disse. L’energia laboriosa della gente tentò di ricostruire dalle macerie e la vita ricominciò ma purtroppo molti marinai in quella tragica notte perirono. Pesaro non fu mai più colpita da catastrofi così violente. Conobbi due marinai naufraghi la cui barca quella notte affondò dopo aver tentato di resistere per ore alla tempesta a forza nove. Loro riuscirono a salvarsi tuffandosi in mare e raggiungendo la riva a nuoto.
V.U.
|