La proposta del direttore di questo giornale (vedi Lo Specchio di novembre e dicembre 2004) di abolire i “dottori”, i “professori” e i tanti altri appellativi di cui ormai si fregiano moltissime persone, sostituendoli con un semplice ed egualitario “signore”, mi trova d'accordo. Anche il lettore Amedeo Bertùccioli aveva inviato una lettera per esprimere il suo consenso ed apprezzare i francesi che usano “monsieur” per tutti, ma proponeva di abolire, oltre agli appellativi professionali, anche quello di “onorevole”, in quanto non tutti i parlamentari lo sono, nel senso comune del termine, ed anche perché non sapeva bene su cosa si fondasse tale titolo. Mi permetto di ricordare che esso deriva dal fatto che nell'Ottocento la carica di parlamentare era solo onorifica, nel senso che costituiva motivo di onore, e quindi non era retribuita. Ciò però comportava che potevano esercitare questa funzione, e conseguentemente essere degni di onore, solo i benestanti o meglio coloro che vivevano di rendita, con esclusione di tutti quelli che vivevano con i proventi del loro lavoro. Per questo, soprattutto i rappresentanti delle classi meno abbienti si sono battuti affinché tale carica venisse remunerata e alla fine, dopo tante lotte, si decise che era giusto pagare i parlamentari, ma non con un comune e volgare stipendio, bensì con una più dignitosa “indennità”. Stipendio o indennità, sempre soldi erano, che naturalmente aumentarono col passare degli anni, fino ad arrivare alle cifre molto elevate dei tempi nostri; ma la cosa che scandalizza non è solo l'ammontare della somma che i parlamentari percepiscono, quanto il fatto che – naturalmente – sono loro stessi ad aumentarla, con una certa frequenza, mediante leggi che passano sotto silenzio e che vengono approvate, senza tanti dibattiti, dalla maggioranza e dall'opposizione… all'unanimità. Ma non c'è solo l'indennità parlamentare: ad essa si aggiungono esenzioni, privilegi, un'altra somma consistente per remunerare i portaborse; sì, però quella non è una carica qualunque, l'impegno è delicato e gravoso, le spese per soggiornare a Roma sono notevoli (anche per i residenti nella capitale?), come pure quelle per mantenere i contatti con il proprio elettorato. Tutto vero, ma voi quante volte avete visto i parlamentari da voi eletti? Li avete visti in televisione, però avete guardato bene quanti sono a volte (o spesso) presenti alle sedute di Palazzo Montecitorio o di Palazzo Madama? Sì, è vero anche questo: a volte sono pochi, però alcuni saranno ammalati e altri impegnati nelle varie Commissioni… ma voi sapete bene che i deputati sono 630 e i senatori 315, più quelli a vita (a proposito, da quanti anni si parla di ridurne il numero?). Senz'altro ci sono parlamentari diligenti, coscienziosi, ma anche altri che di onorevole, nel senso comune del termine, hanno ben poco: basta vedere in televisione certe sedute, dove le parole e i comportamenti di alcuni sono a dir poco indecorosi.
Luigi Lodovici
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