Dopo la non felice esperienza della fontana di Via Collenuccio, tolta via prima che la vedessero i posteri, attualmente a titolo di estrosa novità ne è sorta un'altra in Piazzale Matteotti con zampilli senza fregi di natura tradizionale. A testimonianza della nuova generazione superespressionista dei gettiti d'acqua, è stata eretta recentemente in fondo al rettilineo del Lungofoglia delle Nazioni una stele di forma rettangolare alta e stretta, ma sufficientemente larga nelle opposte facciate, al punto da mostrare con evidenza dei tubicini allo stato grezzo dai quali dovrebbero costantemente uscire dei gettiti d'acqua non ancora in funzione. Fortunatamente a poca distanza c'è una grandiosa opera artistica che poggia le basi su un'ampia "rosa dei venti" in pietra levigata.
Chissà che prima o poi non si trovi sull'altra sponda del Foglia un'area di ampio spazio per la Fontana della Fojetta, relegata al di là del guard-rail in fondo al Viale Antonio Cecchi. Dotata di zampilli a bocca di leone, la fontana in parola fu realizzata con apprezzabile finezza artistica nel 1754 e ripristinata dopo la seconda guerra mondiale col patrocinio dell'allora "Cassa di Risparmio". E' denominata "Fojetta", diminutivo che in epoca remota veniva attribuito dal popolo a ciascuno dei rami del delta del Foglia (in dialetto Foja) da cui la fontana attingeva l'acqua. Attualmente il fiume, al quale furono imposti diversi percorsi nel lontano passato, si presenta con la foce ad estuario che funge da porticciolo per le piccole imbarcazioni lungo le due sponde tra la Baia Flaminia e il porto canale.
Claudio Ferri