La notizia, riportata dall'autorevole quotidiano americano Wall Street Journal, ha del miracoloso, ben più del sangue di San Gennaro: in meno di due anni e mezzo (gennaio '96 - marzo '98) 215 mila napoletani hanno rinunciato all'uso dell'auto a favore del mezzo pubblico. Alcune limitazioni al traffico privato, fra cui la doverosa pedonalizzazione di Piazza del Plebiscito, e il forte miglioramento del servizio pubblico, hanno convinto migliaia di autodipendenti a spostarsi in città senza portarsi dietro qualche quintale di metallo. Il giornale riporta dati ufficiali dell'Azienda napoletana di mobilità elaborati dalla cattedra di ingegneria dei trasporti dell'Università e fa i complimenti al sindaco Bassolino per il successo ottenuto nella lotta al traffico.
A Pesaro invece si respira tutt'altra aria. Interi quartieri ancora senza marciapiedi, piste ciclabili promesse da anni e mai fatte (l'unica creata sul Lungofoglia delle Nazioni è un esempio di come non vanno fatte le piste ciclabili: troppo cemento e troppi soldi), il mezzo pubblico considerato con fastidio. Il nostro ormai familiare bus arancione aveva avuto un momento di gloria nel portare migliaia di cittadini al BPA Palas e questa costruzione, al di là del discutibile rapporto costi-benefici, poteva servire a "rieducare" la gente all'uso del mezzo pubblico. Purtroppo ora stanno completando il "sospirato" parcheggio (bruttissimo, per la verità, senza alberi e senza fondo permeabile, solo catrame e cemento) emarginando nuovamente il bus a favore dell'ingombrante auto.
Se anche a Pesaro vogliamo ridurre il traffico bisogna permettere un'alternativa all'auto: ma marciapiedi, piste ciclabili e corsie preferenziali per autobus necessitano di risorse e di spazio, mentre l'orientamento dei nostri amministratori è quello di fare nuove strade e tanti parcheggi. Tutte le risorse finiranno allora per favorire l'uso dell'auto e non per combattere il traffico eccessivo. Quanto ci costerà la circonvallazione prevista nel nuovo Piano Regolatore? Centinaia di miliardi di lire, così tanti da impedire per anni ogni altro investimento sociale, non solo relativo alla mobilità. La soluzione, invece, è il dirottamento definitivo e obbligatorio del traffico pesante sull'autostrada.
Un orientamento ormai acquisito anche da noi è che il parcheggio, soprattutto in zone centrali, va pagato. E' giusto. Noi proponiamo l'introduzione di una tessera per l'accesso ai parcheggi a pagamento, ma che valga anche da abbonamento per il mezzo
pubblico, in modo che ogni volta l'automobilista sia "tentato" di prendere il bus.
Un'ultima cosa. Siamo in tanti che prendiamo l'auto anche per brevi percorsi o per fare la passeggiata domenicale. La riduzione del traffico dipende anche dai nostri comportamenti: la prossima volta andiamo in bici!
Claudio Mari
Legambiente