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Il cuore oltre l'ostacolo. Marko Milic è stato uno dei protagonisti in positivo dei play-off.
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Un cappotto a maggio
Probabilmente non si poteva chiedere di più. Anche se alla fine un po' d'amaro in bocca è rimasto per il “cappotto” rimediato con Siena. Il quarto posto assoluto conquistato da questa prima Scavolini dell'era Amadio, condito da una finale di Coppa Italia e da un probabile accesso alla Eurolega del prossimo anno, va visto come un risultato sicuramente positivo, in linea con le reali potenzialità del gruppo, se non con le speranze dei più irriducibili ottimisti, imbarcati sull'ottovolante di un vagheggiato “dream team”. Obiettivo raggiunto, quindi, dalla Società biancorossa che si era proposta di riportare la squadra nel “salotto buono” del basket italiano. Per il vertice, ovviamente, ci vorrà più tempo. Ma l'esperienza maturata quest'anno dalla gestione tecnica di Phil Melillo non mancherà di produrre frutti succosi per il prossimo futuro, specie se il programma di potenziamento del roster verrà realmente portato avanti con prospettive di primato. Perché appare chiaro che la squadra biancorossa, così com'è, non ha potenzialità tecniche che la rendano in grado di competere da pari a pari con le primissime. Dimostrazione se n'è avuta, puntuale, con i play-off per lo scudetto: dove sono venute impietosamente a galla le deficienze del team pesarese soprattutto sotto canestro, complice il limitato apporto di quell' Alphonso Ford che, lungo tutto il corso della stagione, era riuscito a mascherare limiti e magagne con la sua straripante esplosività offensiva. “Sono orgoglioso di quanto hanno saputo fare tutti i miei giocatori quest'anno” ha dichiarato coach Melillo, appena sceso il sipario sulla stagione. Riconoscimento doveroso e condivisibile sotto il profilo morale. Ma ora, per il salto ulteriore di qualità, occorrerà affidarsi al mercato, e quindi operare i necessari distinguo tecnici fra elementi da confermare e altri a cui dare il “ben servito”. Accanto al punto fermo Djordjevic (contratto biennale, ben meritato a dispetto dell'età non più verde), si farà di tutto per trattenere Alphonso Ford. Assieme ai due “grandi”, resterà di certo anche Marko Milic, il giocatore più esplosivo ed imprevedibile del gruppo, rompicapo tattico per ogni avversario. E, a parer nostro, si dovrebbe confermare fiducia anche ai due giovani Ranniko e Ress, per i loro amplissimi margini di miglioramento, ai quali si unirà anche Flamini, di rientro da Fabriano. Addio invece, senza rimpianti, alla coppia Eley – Elliot: inaffidabile e poco reattivo a rimbalzo il primo, un bluff bello e buono il secondo. Visti all'opera in campionato, anche in formazioni di livello inferiore, giocatori ben più tecnici ed efficaci sotto canestro: guardarsi attorno qui in Italia potrebbe evitare alla dirigenza biancorossa di tentare la sorte con improbabili scelte a spasso per il mondo. C'è di meglio, in giro, anche di Frosini (Garri, Cittadini, Podestà), mentre i Gigena e i Malaventura potrebbero trovare altrove spazi più ampi di quelli che potrà offrire loro la nuova Scavolini. Quasi dimenticavamo Scarone: ma è stato lui a dimenticarsi a casa il carattere nelle partite decisive dei play-off. Sarà importante assicurarsi, oltre a due lunghi d'alto livello, anche un valido ricambio nel ruolo di guardia tiratrice, per il caso che l'Alfonsino decida di rompersi proprio sul più bello, come è successo quest'anno. La “panchina lunga”, in ogni caso, resta un obbligo se davvero si vorrà puntare ai vertici, specie se si dovesse concretizzare il sogno di un rientro nel grande giro continentale dell'Eurolega. Ora non resta che attendere. Tutto, inutile sottolinearlo, è nelle mani onnipotenti di Sant'Amadio. Orate, fratres!...
Alberto Pisani
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