È stato presentato il progetto di valorizzazione del quartiere Lido. La prima considerazione riguarda il metodo (non nuovo per la verità) di illustrare alla popolazione un progetto già redatto: questo non è certo partecipazione, anche se dopo la presentazione si dichiara di essere disponibili a modificare qualche aspetto marginale. La partecipazione del quartiere (e della città tutta) avrebbe sottolineato la crescita della comunità che prende coscienza delle opportunità di adeguamento e definisce, con progetti partecipati e, quindi, condivisi, la storia futura del quartiere tenuto conto che esso esprime l'identità stessa della città.
Ci si chiede quali siano gli studi preliminari, quali le analisi storiche, quali analisi iconografiche sottendono il progetto e quale sia la proposta per migliorare la viabilità e il sistema di parcheggio. L'intervento presentato non prevede modifiche all'assetto di viale Cairoli se non un miglioramento del sottopassaggio pedonale. In realtà l'intero viale, dalla “Liscia” alla spiaggia, deve essere riportato al rango di collegamento con il centro storico attraverso un adeguato sottopasso veicolare della ferrovia. Il progetto, anche se con proposte suggestive, come l'intervento scultoreo, non risponde alle esigenze funzionali del quartiere. Infatti non si tratta di “indossare una camicia più bella o più nuova”, ma piuttosto di cercare interventi radicati nella storia del luogo e vitali (non certamente “maquillage” di cui poco abbiamo bisogno) per risolvere i problemi reali del quartiere. In quest'ottica anche l'intervento scultoreo e la grande fontana hanno bisogno di essere “calati” in luoghi che ne esaltino le loro peculiarità. Gli interventi legati alla contingenza, che fanno credere ad una volontà di riqualificazione, in realtà perdono l'aggancio con la storia del quartiere e declassano la qualità dell'intera città. Questo atteggiamento è un'inutile e pesante eredità del passato che è ricco di occasioni mancate e di interventi autorevoli (vedi il progetto Gregotti). Sarebbe stato opportuno fare una lettura, anche critica, dei vecchi progetti per verificare cosa far emergere ancora oggi.
Sono contrario ad interventi decontestualizzati, non conseguenti da analisi storiche e da progetti non realizzati. Ritengo che la strada maestra per riprogettare il quartiere Lido passi per lo studio della rivitalizzazione del quartiere come parte storica della città e, soprattutto, come quartiere residenziale anche d'inverno. Tenuto conto della sua qualità ambientale che esprime il carattere forte dell'identità della città marinaresca.
Gianni Lamedica
Architetto