Poiché lavoro al centro di Pesaro, passo almeno quattro volte al giorno per Via Rossini e quattro volte al giorno sono fermato da qualcuno che tenta insistentemente di vendermi ciondoli ed accendini. Mi risulta che a Pesaro la disoccupazione è praticamente zero, anzi le fabbriche sono in difficoltà per reperire personale. Esiste forse una sottoccupazione, cioè chi non trova il lavoro giusto, ma questo è un altro problema.
Poiché in un bar del centro campeggia ormai da mesi un cartello: "Cercasi apprendista barista" ho chiesto a un importuno, di pelle scura, perché non si offriva per quella occupazione. Mi ha risposto: "A me non mi vogliono". La cosa è verosimile; se fosse anche vera sarebbe da segnalare alle autorità, e comunque smetterla di lamentarci delle attività criminali degli immigrati. Se invece non fosse vera mi domando, anzi domando al Comune, perché tutti questi signori non vengono messi nelle liste dell'Ufficio di collocamento? Non mi si venga a dire che ci vuole una specializzazione, o un titolo, per aspirare alla posizione di apprendista barista. (Tra parentesi il cartello di cui sopra è stato modificato di recente in maniera comica: "Cercasi apprendista con esperienza". Che è da spanciarsi dalle risate, perché avere esperienza nell'attività di apprendista vuol dire che si è tentato molte volte di apprendere, evidentemente senza riuscirci).
Non mi si dica neanche che questi aspiranti lavoratori sono clandestini, perché in ogni vocabolario è scritto che si definisce clandestino ciò che è nascosto. Non può essere immaginato un clandestino che passeggia giornalmente nella piazza principale sotto la finestra del sindaco. Ne posso solo dedurre che ci sta bene così, ma allora non sta bene a me. Nell'articolo 3 della Costituzione italiana sta scritto: "Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, …". Se io vendessi accendini senza avere la pelle scura, mi chiederebbero partita Iva, iscrizione alla Camera di Commercio, registri fiscali e dichiarazione dei redditi, oppure mi caccerebbero a calci nel sedere o sarei incriminato per evasione. Peggio ancora se prendessi la gente per la manica quattro volte al giorno.
Devo notare che tra questi ambulanti extracomunitari non ho mai trovato peruviani, polacchi, filippini, etc. Qualcuno mi ha detto che in certe culture, compresa quella islamica, il lavoro dipendente viene rifiutato perché considerato una forma di schiavitù. Vorrei che qualche esponente di questa cultura mi smentisse perché il discorso si farebbe troppo complesso. Anche gli zingari, nella loro cultura, rifiutano il lavoro ma non è cosa che possa interessarci più di tanto.
Se questi signori non possono lavorare perché non regolari, né regolarizzarsi perché non lavoranti, allora per non fare come il cane che gira intorno alla coda, si regolarizzino con un timbro. Se invece rifiutano l'ufficio di collocamento allora, con altro timbro, li si spediscano al mittente.
Bastian Contrario