“Tutti al mare” s'intitolava un articolo dell'amico Panaroni sul numero di novembre dello Specchio. Ma riusciremo ad andare tutti al mare in futuro? Infatti l'aumento marcato dei canoni demaniali di affitto per le aree in concessione comporterà un ulteriore adeguamento al rialzo delle tariffe da parte dei concessionari di spiaggia; le generalizzate difficoltà economiche delle famiglie medie italiane comporteranno progressivi tagli verso le spese voluttuarie o non proprio necessarie; strati sempre più ampi di popolazione opteranno per i pochi tratti di spiaggia rimasti a libero accesso. Tuttavia le spiagge libere superstiti sono quelle meno appetite, più soggette ad erosione, più difficili da raggiungere e (seppur estese in lunghezza) con minor superficie: devono per legge essere almeno il 25% di tutta la costa comunale (esclusi i tratti di scogliere radenti, le aree portuali, le aree di soccorso, le aree per soggetti a ridotte capacità motorie), ma viene veramente da chiedersi se Pesaro e soprattutto Fano abbiano ancora questo 25% libero. Sempre più i concessionari di spiaggia appongono opere e manufatti attorno alle loro concessioni (ormai “fortini” inattaccabili), scoraggiando, se non impedendo, l'accesso al mare ai liberi bagnanti, che sempre più fanno ricorso ad accessori (piscine, campi da gioco, spiazzi da ballo, bar, aree ludiche, ecc.) che vanno ad occupare spazio a scapito di obiettivi primari e storici (ombrelloni, sdraie) e dell'economicità delle tariffe. Non è fantasioso immaginare che a breve i pochi lembi liberi rimasti del nostro litorale risulteranno come quelli di qualche documentario naturalistico in cui foche, trichechi, pinguini si ammassano, si accavallano, si pestano… In vista della stesura ed approvazione definitiva (avvenuta in data 2/2/05) del nuovo Piano di Gestione Integrata regionale delle aree costiere, il Comitato spontaneo per le spiagge libere di Fano aveva presentato delle “osservazioni”, la più importante delle quali riguardava il riutilizzo sociale libero delle eccedenze dei 100 metri (limite massimo consentito dal Piano per le nuove concessioni, purtroppo senza valore retroattivo); in più una legge (la 88/2001) perpetua nel tempo le concessioni (e le loro sperequazioni) rinnovabili automaticamente ogni sei anni (evviva!). Ora il Comitato, sempre vigile sull'attuazione delle norme, mira alla riqualificazione dei tratti di spiaggia liberi attraverso la creazione di idonei parcheggi, accessi, servizi di pulizia, servizi igienici; anche per questo viene considerato opportuno ed indispensabile il contributo di tutte le Circoscrizioni, naturali portavoci democratiche di tante istanze cittadine. Se è vero che il litorale dev'essere considerato un bene comune, va salvaguardata la libertà di scelta e di spesa di tanti cittadini: sia residenti, sia pendolari dell'entroterra, sia meno abbienti.
Massimo Ceresani
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