Riflessioni di un militare di leva
Questa sera devo decidere se comprare questo “Oltre il Novecento” che ha suscitato tanti dibattiti nelle settimane passate o mettermi davanti un colossale piatto di cozze alla marinara. Un libro o un vassoio? Cultura o nostalgia di casa? Sì, perché le cozze “perte a llampa”, come si dice dalle mie parti, mi riportano giù verso gli scogli e le case bianche dei miei paesi. I soldi son pochi, al solito, e la scelta è dovuta ché bisogna ingannare la libera uscita.
Nell'indecisione vago per Pesaro. Questa cittadina che mi ha accolto si è dimostrata da subito ordinatissima e pulita, tanto da apparire qualche volta una città da vetrina. Ci penso, potrebbe essere un complimento! Gente tranquilla e lavoratrice, forse un po' freddina (solito pregiudizio da meridionale?). Eh, no, mi si dice: il punto è che io, noi siamo militari e mi si snocciolano alcune tra le più inquietanti gesta dei miei predecessori. Noi aspettiamo l'estate con ansia, si narra di popoli stranieri e vivaci che verranno ad allietarsi per queste vaste spiagge. Speriamo di essere al loro seguito. Intanto me ne vado di vetrina in vetrina senza essere interessato a nulla, mentre le cozze si confondono tra le pagine del saggio nella mia testa. “Oltre il Novecento” ci sono le cozze.
Non vorrete credermi ma questa piccola scelta impostami è un segno dei tempi. Se non è morte delle ideologie questa? Mi ritorna in mente che decidere di svolgere il servizio militare fu allora pura ideologia. Mi dissi: vediamo che cos'è questo sano nazionalismo (non è una parola semplicemente negativa, come si pensa). Vediamo di trovare da qualche parte questo senso d'italianità (siamo una generazione senza tricolore, lo si sa). Nulla, introvabile; è come aspettarsi le favolose perle nelle ostriche, le quali, inoltre, costano un occhio della testa. Così avete il quadro della situazione: una piazza vuota di De Chirico! Inoltre io preferisco le cozze. Però, niente male! Mi sembra di essere in una trattoria di Gallipoli. Già lo sapete. Il mio bel piatto ce l'ho davanti e nessuno mi ferma. Ciao ‘900, sarà per un'altra volta. Eh sì, mi dico innaffiando di vino bianco, le ideologie sono proprio morte.
Antonio Pagliara
28° Reggimento Pavia - Pesaro
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