E' in corso fino al 15 ottobre al castello di Pietrarubbia, un'importante mostra dello scultore Gianni Gentiletti, nel palazzo della Fondazione “Arnaldo Pomodoro” dove vengono esposte le opere del TAM. La mostra è eccezionale sia per il numero di opere esposte, una quarantina, comprendenti una selezione di sculture degli ultimi dieci anni, sia per l'alto livello qualitativo. Al fascino del rame e dei suoi cromatismi inimmaginabili, di cui Gentiletti è maestro, si unisce l'inventiva dello scultore che porta l'osservatore a contatto con la novità, con l'assurdo, lasciandolo però completamente a suo agio perché riscopre un qualcosa già vissuto nel passato, nella sua storia ancestrale. Così è per le scritture arcaiche sulle “antiche tavole” o i segni primordiali sui “calendari”, sui grandi “dischi” spezzati poggianti su sabbia di fonderia o sulle ferrigne “ruote” di carri da guerra. Novità assoluta è la personalissima rivisitazione degli antichi trittici o “altaroli” portatili di medievale e rinascimentale memoria. Ben ventisei trittici fanno bella mostra di sé in una stanza appositamente allestita. La fantasia dell'artista si sbizzarrisce con chiusure, chiavistelli, anelli, aperture, serrature da forziere, grate, giochi di scatole una dentro l'altra; il tutto dosato in un sapiente studio di pieni e di vuoti, di luci e di ombre, di superfici lisce, mosse, ruvide, ondulate, riflettenti fino a riproporre gli intrecci tipici dei canestri o le sbarre delle prigioni. La caratteristica fondamentale di Gentiletti è il saper unire una grande maestria nella lavorazione del rame o del ferro con un senso innato per il colore, tanto da poter affermare che le sue sono “sculture-pitture”, senza togliere nulla all'alta qualità scultorea, ma dando ad essa il valore aggiunto dei cromatismi della pittura, fondendo in tal modo in un unicum specialissimo le due forme d'arte. Altra sua caratteristica è il modo di sentire la materia che lavora, sia essa il rame o il ferro, lacerandolo, fendendolo, spaccandolo, sollevandolo, sbalzandolo, contorcendolo, incidendolo, levigandolo, lucidandolo, invecchiandolo, arrugginendolo, brunendolo, plasmando il tutto con una competenza e una maestria sempre piene di invenzioni, dove futuro e passato, immaginazione e storia, spazi infiniti e primordiale esplosione cosmica s'incontrano.
Valeria Alberini
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