In un dibattito organizzato dalla III Circoscrizione di Fano si parla di mobilità alternativa (piste ciclabili, marciapiedi, aree urbane protette). In risposta alla domanda di un cittadino, il vice-sindaco Cavalieri esterna una radicata convinzione: “Eppoi mi è capitato spesso di vedere ciclisti che si comportano in maniera maleducata e incivile! Sarebbe ora di sanzionare con multe il loro comportamento!”. Verissimo! Evviva! Anche lo scrivente (consuetudinario ciclista) vorrebbe tante volte proprio multarli. Questa sarebbe però la reazione istintiva; a ragionarci su viene da pensare al “perché”, alle motivazioni a monte di tanti comportamenti troglo-ciclistici nella nostra città. Era già prima, quella ciclistica, una circolazione allo sbando; figurarsi ora, col nuovo, “razionale” PUT! Aveva ragione quella turista olandese che (tre anni fa), chiedendo lumi presso un ufficio turistico locale su come spostarsi tra alcuni quartieri, alla domanda sorpresa dell'impiegata “…ma perché non fa uso della bicicletta?”, candidamente rispose: “Fossi pazza! Ma voi qui siete in pieno Far West!”. Ecco la risposta delle motivazioni a monte: tante amministrazioni comunali precedenti se ne sono sempre fregate della cosiddetta “mobilità dolce”, alternativa, disinquinante; sono state un muro di gomma contro il quale sono rimbalzate le reiterate istanze di un “comitato per la viabilità ciclistica e pedonale”, che era sorto addirittura oltre un decennio fa e che aveva raccolto oltre cinquemila firme (finite nei cestini comunali!). Hanno in pratica lasciato sempre i ciclisti al “fai da te”, al “veditela te coi tuoi rischi”. L'ineducazione (ripetiamo: ineducazione e non maleducazione, signor vice-sindaco Cavalieri!) è stata finora il risultato della mancanza di sedi idonee (piste ciclabili), di segnaletica orizzontale, di attraversamenti razionali, di manutenzione dei bordi-strada, di rispetto da parte degli altri veicoli e di attenzione da parte di amministratori e vigili urbani. Per sopravvivere il ciclista finora ha attuato il “fai da te!”, sgomitando, segnalando, prendendosi precedenze (dopo che nessuno gliele ha mai date), andando contromano, sopravvivendo nel Far-West. Ma chi dovrebbe dargliela quest'educazione civica? Forse chi gli appioppa le multe perché non usa i percorsi o i sensi…che non ci sono? O forse certi politici che hanno la modernità motorizzata in testa e che ben vedrebbero quei retrogradi “rompi” dei ciclisti tranquillamente a casa invece di intralciare un traffico di per sé già troppo problematico? A dire il vero il precedente assessorato aveva iniziato una certa rivoluzione in fatto di viabilità, facendo scorrere il traffico ed iniziando uno studio generale di piste ciclabili e attuandone alcune. Di quel periodo va ricordato l'intervento presso una radio locale del principale esponente dell'opposizione in Consiglio comunale, poi vice-sindaco, poi consigliere regionale, che criticava le abbozzate piste ciclabili in quanto “non in possesso di requisiti da norme europee…”. Si è visto poi (cioè adesso) che con la sua Giunta le ciclabili non avranno nemmeno requisiti… africani. Ora a Fano si cambia, ci si modernizza! Al punto che la nuova Giunta sembra composta di genuini “rombatori”. Ecco perché: a) ha accordato (riesumato) un permesso al “Motor Club” di effettuare una gara nazionale per kart presso la “pista del Mare”, in barba alle famose lotte del comitato “Le Brecce”; b) ha tolto e ridotto le gradite isole pedonali serali in Sassonia e Lido; c) non attuerà mai l'auspicata isola pedonale completa del centro storico; d) ha fatto finta di attuare pezzi nuovi (con annessi cordoli) di piste ciclabili per equilibristi (Via Pisacane, Via Roma), riducendone la sicurezza in alcune (Via Kennedy, Via Palazzi), distruggendone altre (collegamento Papiria-Colonna, inserzione Via del Moletto lungo ferrovia, Via Roma davanti a palazzo Tecchi); e) col nuovo PUT ha pensato prevalentemente ad una categoria di veicoli (cosa succederà quando alle rotatorie si annullerà la presenza dei vigili?); f) inserisce in PRG e progetta una strada di collegamento tra Via Papiria e Via del Fiume; una strada che porterà “al nulla” e che entrerà in conflitto col futuribile parco urbano; g) pensa alle soluzioni future solo con complanari, circonvallazioni e tratti autostradali. Vista la perdurante problematica della mobilità pedonale e ciclistica nella nostra città sta risorgendo più vispo che mai il nuovo comitato ciclo-pedonale: “Ciclope”. E quando in una città i comitati sorgono come funghi, vuol dire che la risposta amministrativa latita. Intanto chi vorrebbe puniti i ciclisti è accontentato. Infatti il giorno 21 luglio scorso, alle ore 17, in Via XI Settembre il 22enne Riccardo M. è stato fermato da una pattuglia della Polstrada in quanto, mentre pedalava, rispondeva ad una chiamata al cellulare; multa di 68 euro, per fortuna niente detrazione di punti patente… Giusto comunque il provvedimento; sarebbe però più giusto che tanti automobilisti-telefonisti fossero fermati da pattuglie o auto-civetta, purtroppo quasi sempre benevoli con chi rappresenta un potenziale, ben maggiore pericolo.
Massimo Ceresani
|