Anticamente il mare si spingeva fino al punto in cui oggi passa la ferrovia e lambiva quasi il piede delle mura romane che sicuramente, sul lato mare, si ergevano al posto delle attuali mura malatestiane. Col passare dei secoli il mare si è ritirato fino a render libero tutto lo spazio tra le mura stesse e la spiaggia. L'area venne gradualmente utilizzata ai fini agricoli con insediamenti di famiglie di ortolani, di cui restano ancora testimonianze con tipici casolari e frustoli di terreno coltivati ad ortaggi e con la presenza di alberi da frutto. Gli orti, denominati "Garibaldi", rimasti integri fino alla seconda guerra mondiale incominciarono a subire interventi di edificazione nel dopoguerra con costruzioni che spesso hanno soppresso la "veduta" che si poteva godere passeggiando sulla strada adiacente agli spalti sul lato mare. In altre parole la vista del mare aperto è gradualmente venuta meno fino a scomparire quasi del tutto, sottraendo così a quella parte della città la funzione di "balcone sul mare", dove l'occhio dell'ospite poteva spaziare in direzione Pesaro, verso la Dalmazia e in direzione Ancona, provando la sensazione di trovarsi sul ponte di un fantastico super Titanic.
Ai primi del '900 la città di Fano era interamente circondata dalle mura romane e medioevali e per entrarvi occorreva passare per una delle quattro porte di cui è rimasta, seppur manomessa, soltanto Porta Maggiore. In un supplemento mensile del Secolo,"Le Cento città d'Italia" del 1892 si ricorda, ai pochi e fortunati turisti del tempo, il giro della città lungo i bastioni interni. Evidentemente doveva trattarsi di una passeggiata caratteristica e piacevole dal punto di vista panoramico. Oggi gran parte delle mura non esiste più e mai verrebbe da consigliare una "promenade" di quel tipo sui tratti rimasti a lato mare, perché innanzitutto sarebbe pericolosa per il transito continuo delle auto; inoltre non permetterebbe di camminare a ridosso del muro-parapetto per i parcheggi degli automezzi (a cominciare da quelli comunali) e poi offrirebbe un panorama deludente fatto di tetti, comignoli e antenne televisive, con minuscoli ritagli di mare. E' veramente un peccato perché la Fano "intra moenia" (dentro le mura) domina la spiaggia da un discreto rilievo e la vista sul mare doveva essere il suo naturale e romantico sguardo.
Su le Mura... adio mar!
Una volta se pudeva
"gì in barca" su le Mura:
c'era l'aqua che arluceva
sota el sol e la calura.
Ciel e mar a l'urizont
s'incuntravne puntualment,
tuta Fan pareva el pont
d'un belisim bastiment.
Ji partiva in "cruciera"
su e giù sensa 'na méta
fin a quant niva la sera
che stendeva 'n vel de seta.
Me sentiva in libertà
a guardà chel mar brilant,
me pareva d'èsa "in là"
sopra n'onda galupant.
Adès, invec, adio mar!
Quant se pasa su le Mura,
sol palas e casular
sensa manca 'na fisura
de turchin de rimirà!
E alora me dispiac
d'en pudé più "navigà"
du chel mar in santa pac.
Rino Magnini