Quando ci ritrovavamo in strada, le porte erano i cancelli delle due case di fronte, il campo l’asfalto ruvido ed imbrecciato. Talvolta si giocava tra gli alberi di un parco pubblico o con di mezzo gli scalini, come al parco della Resistenza davanti alla stazione. Poi, quando sono stati costruiti più campi in terra battuta, siamo passati al manto fatto di erba gramigna. Più grandicelli, sono arrivati anche i campi con manto in erba, in cui poter fare anche capriole o buttarci in scivolata su di una palla lunga. Lo spirito è rimasto sempre quello di bambino ed il divertimento dato dalla semplice sfida dietro ad un pallone. Lo dimostra questa foto di vecchie glorie (i presenti hanno dai 40 ai 70 anni) realizzata i mesi scorsi su di un campo in erba verde ma sintetica, frutto del progresso. Molti ragazzi oggi non giocano più all’aperto come facevamo noi, riducendosi dentro casa con video giochi. Le mamme (complici) così non hanno panni da lavare, da ricucire, da stirare e non ci sono ferite o abrasioni sulle ginocchia da curare. Non ci sono nemmeno figli zozzi di sudore e polvere da ripulire. Ma qualcosa si è perso per strada... ad ognuno la sua risposta.
Lanfranco Ugolini
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