Rocca Costanza ridiventa “pesarese”
E' toccata alle manifestazioni musicali del Rof la bella opportunità di aprire il ponte e l'ingresso della Rocca sino al grande cortile interno, finalmente affollato di cittadini e ospiti. Primi passi circospetti nella ex fortezza che rimane ancora da scoprire perché i lavori (interminabili) sono passati dal secondo al terzo Millennio come se niente fosse. Ma il passo è fatto. Successo, applausi e solita, insopportabile minuetto di reciproche congratulazioni (per non aver fatto nulla negli ultimi 40 anni) tra i protagonisti del rituale “come siamo bravi”.
Cemento senza fine
La sdegnata protesta dell'opposizione in Consiglio comunale è rimasta lì. Sta decantando nel silenzio, anticamera del dimenticatoio, in piena estate, sotto lo “tsunami” delle vacanze: tornando dalle quali si parlerà e ci si occuperà d'altro. Proprio come volevano i signori del Palazzo, imponendo quell'incredibile e assurdo programma di sviluppo edilizio in una città che avrebbe bisogno di trovare spazi, anziché sommergere le poche aree rimaste. La diserzione degli oppositori è stata giusta ma lo “tsunami” vacanziero sta cancellando tutto. Eppure quanto è accaduto resta di una gravità tale che neppure le formali spiegazioni dei responsabili potranno mai cancellare.
Tolto il “burqa” da Villa Olga
Vi hanno abitato per anni gruppi di arabi finché, all'inizio del 2000, la villa venne affidata ad un'impresa che garantiva, diceva un cartello, “interventi di conservazione e restauro in residenze di prestigio”. Lavori sospesi nel giugno 2001 per motivi tecnici: con l'intero edificio che si affaccia tra i moderni hotel del lungomare Cristoforo Colombo, zona del Moletto, avvolto da un “sipario” di protezione, come in un bozzolo cupo e impenetrabile. Circolava già la battuta sulla villa che, lasciata dagli arabi, aveva dovuto indossare il… “burqa”. Quattro anni così e finalmente Villa Olga è ricomparsa, uscendo dal guscio verde cupo che l'aveva celata per oltre cinque anni. Ottimo restauro. Valeva la pena di aspettare.
14 barche dalla Croazia all'Albania
In luglio il progetto dell'Assonautica “Appuntamento in Adriatico 2005” ha toccato con successo le coste e l'entroterra di Paesi con prospettive uniche per il turismo del diporto: 14 barche a vela dalla Croazia all'Albania. L'Assonautica pesarese era presente con l'imbarcazione “Pisaurum”, skipper Paolo Morsiani, e un equipaggio composto dai fratelli Giovanni, Ferruccio ed Ennio Ritossa, Lino Cecchi, Paolo Marzi e Paolo Ruggeri. Eccezionali i riscontri avuti nei porti visitati, in particolare con la municipalità di Ragusa e Durazzo. Festosa e commovente l'accoglienza della popolazione. Il presidente della Camera di Commercio e Industria di Durazzo, Gani Buka, il suo vice Buin e il vicesindaco della città ne hanno espresso il sentimento agli oltre 50 navigatori che hanno poi visitato gli scavi archeologici e il museo ricco di reperti, guidati da un cicerone d'eccezione: il prof. Neritan Ceka, archeologo di fama europea e presidente del partito Alleanza Democratica Albanese, appena riconfermato in Parlamento.
Brisa