Croste sociali incolte in subbuglio, insicure per definizione, si muovono inconsultamente in cerca di spazio, nelle roccaforti rassicuranti e nei salotti buoni di perfidi mercanti di ultima generazione. Aspiranti rivoluzionari del benessere, svezzati da mercenarie baby-sitter, annientatori di genitori, nonni e zie, stritolati dal materialismo magnetico e soffocati dall'individualismo emancipato moderno, barattano l'umile e misero passato proletario con la bieca miserabilità radicata nel cuore, divorato dal cervello. In vendita per uno stile di vita pacchiano e volgare, per truce esibizionismo e potere maniacale, psicopatici rancorosi, deturpati nella mente, contro tutti, senza più punti di riferimento, vogliono a tutti i costi e subito certezze, sicurezze e libertà. Pretenziosi di futuro e sottocultura mediatica, somari in storia e asini nella vita, cultori della libertà per delinquere, i plebei moderni rivendicano esistenza, rappresentanza, mercato, socialità: ad un passo dalla morte, senza un domani. Terroristi, arretrati, statici, antidemocratici, bombaroli per sopravvivere al disastro ambientale, per fare ancora tanti figli, per continuare a vivere uniti e non divisi, per poter contare nella famiglia da nonno e nipoti, per gustare la semplicità delle cose, per non dover correre senza sapere dove andare, per non fare a meno dei legami carnali vitali, per avere idee e sentimenti dell'esistere, per credere in Dio, negli altri e nei costumi autoritari, per avere la serenità nel cuore e nella mente, per non odiare ed invidiare il vicino di casa, per non gareggiare in stupidaggini e cattiverie, per fare a meno della schizofrenia del successo inevitabile, per non dover prostituire mogli e figli per il superfluo, per sentirsi sicuri e soddisfatti di poco, per non vivere nell'angoscia di non conoscersi, per non dover mettere in crisi valori e principi da sempre condivisi, per non credere nelle favole esistenziali ma nell'economia di struttura parentale e sociale, intaccata dalla modernità ma non consumata né completamente sradicata. Una vita, difesa dalla famiglia, da costumi che strozzano le libertà femminili, per pregiudizi, decadente, precaria, antica che si giova della sua arretratezza per guardare verso il futuro.
Stefano De Bellis
|