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La ColleMar-athon

La ColleMar-Athon è detta anche Collemarathon perché inizia sulle lussureggianti alture intorno al Colle di Barchi (320 metri) e scende al ridente litorale di Fano. La maratona, oltre che un appuntamento sportivo, è stata un viaggio nella storia, nella cultura e nelle tradizioni di secoli, passando per antichi borghi fortificati come Mondavio, Orciano, San Giorgio, San Costanzo, Mondolfo. Il percorso presenta frequenti ma brevi ondulazioni che, pur essendo un po' impegnative per i relativi cambi di marcia, abbiamo fatto senza accorgerci.
Si parte ai colpi di una “bombarda” medievale, in un clima primaverile e gioioso al suono e ai ritmi della fanfara dei bersaglieri, con un percorso per metà panoramico-collinare e il resto con la visione ampia a tutto orizzonte del Mare Adriatico. Quest'anno abbiamo avuto due interessanti deviazioni: una a Mondavio di 4 chilometri e una a Mondolfo di 7 chilometri. Quest'ultima, inserita molto opportunamente per raggiungere i 42,195 chilometri, ha permesso un arrivo a Fano sulla Nazionale Adriatica, sul Corso e sulla Via dell'Arco d'Augusto, sotto cui sono passati i concorrenti gloriosi, con lo spirito di 330 legionari, per il traguardo situato pochi metri dopo. La percorrenza di queste diritture d'arrivo ha permesso ai podisti una maggiore velocità (come nella Formula Uno!). Il vincitore Roberto Barbi, ad esempio, ha impiegato 2 ore e 14 minuti con un tempo eccezionale (oltre 12 minuti di distacco dal secondo) dopo aver corso in testa solitario gran parte della gara.
Io (over 75 anni) quest'anno ho impiegato 6 ore e 6 minuti, oltre 10 minuti in meno dell'anno scorso, anche perché il percorso finale (in gran parte cittadino) era diretto e non sinuoso. Il mio obiettivo era quello di arrivare entro il tempo massimo di 6 ore perché a Milano, su un percorso in pianura, avevo impiegato 5 ore e 55; ma comunque a Fano sono arrivato sotto l'Arco di trionfo molto bene, facendo come al solito una volata di circa 100 metri per dimostrare a me stesso la presenza di energie di riserva che serviranno per l'anno venturo quando sarò “più giovane”.
Il presidente del Comitato organizzatore Annibale Montanari (un supermaratoneta con oltre 100 maratone) è stato un organizzatore poliedrico. Oltre all'evento sportivo ha promosso infatti due convegni: il 24 aprile a Lucrezia su sport e alimentazione biologica; a Fano il 1° maggio sugli aspetti tecnico-scientifici della maratona. Famosi personaggi dello spettacolo hanno vivacizzato il Buffet Biologico (Bio-Break) a Lucrezia e i due Pasta Party a Fano.


La dieta del maratoneta

Nel convegno di Fano è stata confrontata la cosiddetta “Zona diet”, ideata dal biochimico americano Barry Sears, con la “Dieta mediterranea”. Nella prima il 40% delle calorie viene dai carboidrati, il 30% dalle proteine e il restante 30% dai grassi; nella seconda i carboidrati sono il 60%, contro il 15% di proteine e il 25% di grassi. La “dieta a zona” è iperproteica perché negli sport di forza e di potenza, e negli allenamenti della maratona con numerose e ripetute progressioni di velocità anche in salita, si ha una perdita di aminoacidi (proteine semplici); se non vengono rimpiazzati, possono portare a una diminuzione della forza muscolare. Questa dieta è anche consigliabile nei giorni immediatamente successivi alla gara perché la maratona provoca lesioni delle fibre muscolari a causa di contrazioni eccentriche (cioè stiramenti su fibre muscolari contratte nell'impatto dei piedi sulla terra) e relativa perdita di aminoacidi.
Tuttavia la “dieta mediterranea”, con abbondanza di carboidrati, è considerata ideale per lo sport in generale e per la salute. Sembra pertanto consigliabile per il maratoneta un'integrazione fra le due diete, sostituendo in parte le proteine con carboidrati complessi nella forma integrale, con relativo apporto di fibre: non solo frumento, ma anche prodotti a base di farro, avena, segale, orzo; mentre vanno usati con parsimonia i cereali raffinati (riso, pane, patate, pasta, dolci). L'apporto proteico deve essere comunque garantito dai legumi (“la carne dei poveri”), il pesce, le carni bianche come polli e conigli, uova, latte, formaggi (specialmente il parmigiano). Inoltre una dieta ad alto tenore di carboidrati è consigliabile qualche giorno prima di correre la maratona. Ad esempio la sera prima della gara, e due ore prima della partenza, io mangio un piatto di tagliatelle: accompagnate da verdura, frutta e – dulcis in fundo – una crostatina e la ricotta con il miele.

Carlo A. Angelucci

 


 
 
 
 
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