E' in libreria il volume di Giancarlo Mandolini dal titolo “Distruggete quel convento”. Si propone come memoria storica di fatti accaduti nel 1943, durante il passaggio del fronte nella zona di Mombaroccio e del Santuario del Beato Sante. In particolare, il paese di Mombaroccio accolse i profughi, subì forti bombardamenti e dovette convivere con i tedeschi, i repubblichini, i partigiani e gli alleati. Un ruolo primario venne svolto dai frati del Beato Sante che accolsero, rischiando la propria vita (due frati furono fucilati dai tedeschi), più di 300 profughi tra cui coscritti, ebrei ed un personaggio illustre: il Maestro Riccardo Zandonai. In particolare il colle e il convento del Beato Sante rappresentarono un punto strategico per i paracadutisti tedeschi che nella ritirata da Montecassino si fermarono nel convento francescano. Ed anche il Primo Ministro inglese Winston Churchill, dai terrazzi di Montemaggiore, ne notò la posizione strategica tanto da affermare: “Allora distruggete il convento!”. In realtà il colle Beato Sante si prestava molto bene alla difesa-offesa, essendo posto a circa 400 metri sul livello del mare, e quindi in posizione ottimale per controllare l'esercito anglo-americano. I bombardamenti delle truppe canadesi danneggiarono gravemente il convento del Beato Sante e la chiesa. In questo libro di Giancarlo Mandolini emergono delle realtà ancora inedite. E' sicuro che i frati, nonostante i disagi materiali, accolsero tutti coloro che bussavano alla porta del convento; è altrettanto documentato che l'allora Vescovo di Pesaro, Mons. Bonaventura Porta, inviò una decina di coscritti e che gli ebrei non subirono nessuna discriminazione, non portarono sul petto la stella di David e non vennero perseguitati dai tedeschi.
P.M.
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