Mi sia consentito di concordare pienamente con quanto ha pubblicato Lo Specchio sul numero di aprile nell'editoriale del direttore (a proposito della qualitą della vita a Pesaro e dintorni, N.d.R.).
Questo mi offre l'occasione per far sapere ai lettori pesaresi come si sia trasformata in senso decisamente positivo la loro cittą. Sono arrivato a Pesaro, da Livorno, nel 1951 e ricordo con nostalgia in particolare la Via Branca con il negozio di profumeria di Vasco, quello di Piazzesi ed il Bar Gino, dove prenotando con un segno le sedie si poteva vedere la sera in televisione "Lascia o Raddoppia". Ricordo le passeggiate al Porto in compagnia del mio cane Buck e le poche barche ormeggiate lungo la banchina e tante bici lasciate incustodite mentre i proprietari prendevano il sole. Come non ricordare con un po' di commozione una intensa attivitą nel "Comitato civico" in collaborazione con tanti amici: fra questi, il dottor Guido Gaudenzi ed il geometra A. Ribuoli. Erano tempi in cui eravamo impegnati ad aiutare una popolazione un poco depressa e ad affermare i principi cristiani contro la legge del divorzio e dell'aborto.
Confesso che mi č difficile esprimere le sensazioni che ho provato tornando recentemente a Pesaro dopo alcuni anni di assenza. Oggi qui si respira aria di una provincia benestante: dove al posto delle biciclette ci sono auto, dove lungo la banchina del porto non pił alcune barche, ma tanti eleganti motoscafi esprimono ricchezza. Ho osservato come Viale Trieste si stesse addobbando per accogliere gli ospiti. Infine con la collocazione della "Grande Sfera" in bronzo di Arnaldo Pomodoro nel Piazzale della Libertą, si č forse aperto un nuovo ciclo di sereno benessere per tutti.