'Il professor Paolo Cappelloni, insegnante nelle scuole medie, ex animatore teatrale per i bambini e nostro autore, ci ha inviato alcune favole da lui scritte. Questo ci ha suggerito una nuova idea: creare una sezione riservata ai lettori più giovani, che chiameremo appunto Lo Specchio dei piccoli. In questo spazio contiamo di pubblicare disegni, favole, poesie o racconti, scritti per i bambini o prodotti dagli stessi bambini. Potrebbe anche essere l'occasione per riscoprire le antiche favole della nostra tradizione popolare. Aspettiamo nuovi contributi da tutte le nonne della provincia...
LO SCIOPERO DELLE ARMI
di Paolo Cappelloni
C'era una volta una nonna che ogni notte raccontava una favola diversa al suo nipotino, poteva raccontare anche favole lunghe perché tanto lei soffriva d'insonnia e non dormiva quasi mai.
Una notte la nonna si accorse di aver raccontato tutte le favole che sapeva e non gliene venivano in mente altre, non sapeva proprio come fare, allora il nipotino le disse: - Tu me ne hai raccontate tante, se ora non ne sai più comincio io a raccontarti tutte quelle che mi hai raccontato tu - e cominciò dalla prima, ma mentre il nipotino raccontava, la nonna piano piano si addormentò.
Il bambino fu felicissimo perché aveva trovato la cura per l'insonnia della nonna e, da quella volta, tutte le notti le raccontò una favola.
C'era una volta, in un paese lontano, una guerra che durava da molti anni, i due eserciti nemici non si mettevano mai d'accordo e continuavano a spararsi e i morti non si contavano più. Gli uomini, le donne e i bambini di quelle parti non ne potevano più, erano proprio sfiniti da tanti anni di guerra ma i capi continuavano a odiarsi e a combattere.
Che accadde allora? Accadde che un giorno, anzi una notte, tutti i fucili, i cannoni e le bombe di entrambi gli eserciti si riunirono di nascosto e decisero di non sparare più e di non esplodere più perché anche loro erano stanchi di lavorare e di uccidere tante persone. Furono tutti d'accordo e stabilirono di cominciare lo sciopero il giorno successivo. Il mattino dopo, infatti, la guerra ricominciò, anzi, volle ricominciare ma cosa successe? I soldati spararono con i fucili ma quelli fecero "PLOP!", il proiettile uscì dalla canna, fece una piroetta e cadde ai loro piedi, altri soldati che sparavano con i cannoni sentirono un gran botto ma le bombe rimasero dentro e dalla bocca del cannone uscì solamente un fil di fumo, le bombe a mano fecero addirittura "TIC, TOC, TOC" (perché rimbalzavano) poi si aprirono e poi... niente.
Insomma quel giorno non si poté fare la guerra e nemmeno il giorno dopo e nemmeno quello dopo ancora e i due capi dovettero per forza fare la pace con la gioia di tutti. E i fucili? I cannoni? Le bombe? Furono messi tutti allineati nel deposito dove finalmente si poterono riposare.