Si parla tanto di quadri di autori famosi acquerellisti, impressionisti, moderni; cubismo con cifre iperboliche, con il rischio di comprare dei falsi e poi si blinda la casa nel timore che ci vengano rubati. Io personalmente amo Van Gogh, ma anche potendo non farei follie per avere un suo dipinto (ormai non più commerciabile) ma mi piace sapere come è stato dipinto, con quale stato d'animo, con quale vena di follia buttava giù i suoi colori vivaci e con questo capire di più il soggetto, il quadro.
Nei giorni scorsi, girando fra i letti dell'ospedale per portare un po' di sollievo, un po' di mondo esterno a chi del tempo vede solo il soffitto stando sdraiato, ho incontrato una signora ultranovantenne che avevo già conosciuto in marzo per una frattura al femore e che mi aveva raccontato la sua vita. Viveva da sola perché la figlia abita lontano da qui e per colorarsi un po' le giornate dipingeva. Dipingeva fiori, cielo, nuvole e mi aveva promesso un quadro. Ora peserà 30 chili, il fiato è corto, i dolori sono in tutto il corpo, la schiena è piagata, si lamenta tenendo stretta la mano della figlia… mi guarda con due occhi neri, vivi, che bucano.
Scherzando, per allentare un po' la tensione del male le dico: "E il quadro che mi aveva promesso? Me lo ha fatto?". Lei è quasi in fin di vita, raggomitolata su se stessa, sembra una bambina. Il letto con le sponde le evita di cadere, le mani gelate; ma meraviglia delle meraviglie, mi dice "Glielo faccio, adesso con il pensiero". Allora chiedo: "Com'è?"
E' un cielo azzurro - risponde lei guardandomi con quegli occhi che mi interrogano - poi di lato ci sono un po' di nuvole grigie, ma non scure di temporale, nuvole normali, sotto in lontananza sul fondo due crisantemi gialli. Ormai sono alle lacrime. Grazie signora, questo è il quadro più bello che metterò nel cuore. L'ultima dedica a me, persona quasi sconosciuta, prima di intraprendere un cammino eterno.
Noris Cametti Ponzana