Il Comune di Pesaro corre ai ripari contro l'imbrattamento dei muri. Il fenomeno, sempre più dilagante negli ultimi anni, nato da una moda tipicamente americana, non piace alla maggioranza delle persone. I graffiti si moltiplicano come funghi, e danneggiano le vie della città e le serrande degli esercizi commerciali, cosa non gradita dagli esercenti, specie se i muri e le saracinesche sono appena state ripulite. E' lotta ai writers, dunque, cioè a coloro che, bomboletta in mano, esprimono la loro arte in maniera selvaggia, oppure lasciano le loro firme, (le classiche teg) dove capita. Il Consiglio Comunale ha deciso recentemente di contenere il danno il più possibile, concedendo l'uso di determinati spazi: quali, ad esempio, gli argini del Genica, i sottopassaggi, il muro del Cantiere navale del porto, i pannelli di rassegne e manifestazioni. Inoltre dovrebbero aumentare i controlli dei vigili urbani, della polizia e dei carabinieri per impedire che il fenomeno dilaghi, stabilendo anche procedimenti penali a carico dei trasgressori. Nonostante tutto ciò, le firme continuano a moltiplicarsi. Infatti da qualche giorno il fenomeno si è come amplificato, al punto che sembra si sia scatenata una vera e propria battaglia a suon di bomboletta ovunque è possibile imbrattare. In particolare, secondo alcune indiscrezioni, un writer (che si firma Zelda) avrebbe dipinto al campetto di basket, posizionato dietro la chiesa del Porto, un suo pezzo su una vecchia scritta inneggiante ad Alphonso Ford - il famosissimo campione della Scavolini basket, tragicamente scomparso. La cosa non è piaciuta a nessuno, tantomeno all'attivissimo gruppo del Porto (da sempre vicino ai colori della Vis Pesaro e della Scavolini basket), che ha iniziato una vera e propria caccia all'uomo. Così, sempre in città, sono comparsi altri murales a coprire l'impronta del fantomatico profanatore Zelda, accompagnati dal disegno di una vistosa ancora nera e dalla scritta: tempo scaduto. Non ci è concesso sapere cosa significhi, ma sicuramente ha l'aspetto di una minaccia. Spetta adesso a chi di dovere dare un seguito alla voce di protesta levata contro il dilagare del fenomeno e mettere un termine a questa espressione che ha sconfinato dal campo dell'arte a quello del vandalismo.
Rosalba Angiuli
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